Banca IMI Collezione in dollari australiani, troppi rischi sul cambio

Obbligazioni a tasso fisso 6,40% per cinque anni. Una valida alternativa per diversificare i propri investimenti ma attenzione alla valuta locale che sta perdendo visibilmente quota
11 anni fa
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In questi ultimi anni l’Australia è stata considerata dagli investitori internazionali come una meta prediletta  paese, oltre che luogo di rifugio lontano dalle turbolenze che hanno travolto i mercati europei negli ultimi 5 anni.

 

 

Investire in Australia: per Standard and Poor’s l’isola ha rating AAA

La terra dei canguri offre da sempre grandi possibilità di sviluppo ed espansione, non solo per via delle materie prime di cui il Paese è ricco, ma anche grazie alla stabilità politica ed economica in grado di attirare capitali stranieri da tutto il mondo.

L’Australia finora non ha tradito queste aspettative e ha ancora enormi potenzialità di crescita e – secondo gli esperti – potrà dare ancora molte soddisfazioni in futuro facendo da volano per la prossima ripresa economica dei paesi industrializzati che necessitano delle risorse minerarie di cui il continente è ricco. Solo tre mesi fa, l’agenzia di rating Standards and Poor’s ha confermato il rating AAA per L’Australia soprattutto per via del basso debito pubblico, dell’inflazione sotto controllo, della piena occupazione, intravvedendo una timida ripresa delle attività minerarie per i trimestri a venire, nonostante la crescita del Pil sia stata recentemente rivista al ribasso per quest’anno.

 

Economia Australia, un paese da AAA con un Pil in crescita di oltre il 3% nel 2012

 

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Gli ultimi dati del Pil confermano un trend positivo che va avanti da ben 21 anni. Una crescita ininterrotta e invidiabile che tiene a debita distanza gli spettri del cataclisma economico che sta travolgendo l’Europa. Nel 2012 il prodotto interno lordo del paese oceanico (23 milioni di abitanti) è aumentato del 3,1% conquistando il 12esimo posto fra gli stati più ricchi del mondo, davanti alla Spagna. Grazie all’export di risorse naturali come il carbone e i minerali di ferro, assorbito soprattutto dalla Cina, primo partner commerciale, l’Australia ha potuto fondare la sua robusta crescita dell’ultimo ventennio.

E proprio il rallentamento della locomotiva cinese sta cominciando a produrre effetti anche a Sydney: il governo guidato dal premier Li Keqiang ha annunciato il mese scorso che il Pil quest’anno crescerà meno delle attese, come confermato dai dati del primo trimestre 2013. Il prodotto interno lordo infatti ha registrato un aumento trimestrale pari allo 0,6% mentre su base annua l’incremento è pari al 2,5%, disattendendo le previsioni degli analisti ormai abituati a una crescita ininterrotta sopra il 3% all’anno. A risentirne è stato soprattutto il dollaro australiano che ha perso nei confronti dell’euro circa il 13% e sembra che la discesa non sia finita (vedi grafico). Cosa che deve far riflettere un investitore prima di acquistare titoli denominati in dollari australiani che gli emittenti internazionali e le banche stanno lanciando a ritmo sostenuto per cogliere l’opportunità di guadagnare sul cambio.

 

 Obbligazioni Banca IMI Collezione, tasso fisso dollaro australiano 6,40% 2018

 

Ma come fare a investire in Australia? A parte i fondi d’investimento presenti sul mercato, esistono emittenti sovranazionali come la Bei, la Banca mondiale o la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo che solitamente emettono obbligazioni, equiparate a quelle dei titoli di stato, denominate in valute diverse dall’euro, fra cui anche quella australiana (AUD). [fumettoforumleft]Si tratta di titoli che, però, non sono di semplice approccio all’investitore meno esperto. Più interessante, da questo punti di vista, è la recente emissione dell’italiana Banca IMI Collezione tasso fisso dollaro australiano 6,40% 2018. Si tratta di un’obbligazione senior negoziabile tranquillamente sul Mot (Isin IT0004938269) per importi minimi di 2.000 dollari australiani (circa 1.4000 euro) che paga una cedola lorda del 6,40% il 28 giugno di ogni anno fino al 2018, data di rimborso (per tutte le caratteristiche del bond e le quotazioni clicca qui). Il titolo è quotato sul Mot dallo scorso 2 Luglio e già sta facendo registrare scambi vivaci essendo – secondo gli esperti – una valida alternativa di investimento per i risparmiatori non professionali verso quei pochi i paesi a tripla AAA rimasti, il cui grado di rischio è molto contenuto, essendo l’emittente, Banca IMI appunto, un istituto italiano appartenente al Gruppo Intesa San paolo, che gode di rating BBB+ per S&P e Fitch e Baa2 per Moody’s.

 

Bond Banca IMI Collezione 6,40% 2018, opportunità d’investimento o alto rischio sul cambio?

 

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Al momento il titolo scambia intorno a 100,75 (prezzo di collocamento 98,80) e offre un rendimento a scadenza di poco inferiore al valore della cedola, ma comunque superiore ai rendimenti dei bond in dollari australiani emessi dagli enti sovranazionali per la stessa durata (5 anni) tenuto conto della diversa incidenza di tassazione sugli interessi. I bond Banca IMI Collezione non rientrano, infatti, nel regime di imposizione fiscale privilegiato del 12,50% previsto per i titoli di stato ed equiparati e le cedole sono assoggettate a una ritenuta più alta, del 20%. Unico rischio è il cambio che potrebbe riservare spiacevoli sorprese nel breve periodo col rischio di vedersi eroso il capitale iniziale o le cedole. Secondo Paolo Grimaldi, specialista di obbligazioni estere per Aldebrand Invest, il dollaro australiano si è rafforzato moltissimo negli ultimi anni come conseguenza della fuga dei fondi d’investimento dalle economie mature, entrate in recessione dal 2009. L’acquisto di dollari australiani – prosegue Grimaldi – è stato sicuramente profittevole per coloro che sono entrati a suo tempo in questa valuta, ma adesso si intravedono timidi segnali di ripresa economica in Europa che stanno riportando il rapporto di cambio verso l’area 1,50-1,60, del periodo pre-crisi. Pertanto, in assenza di adeguate coperture sul cambio, investire in obbligazioni in dollari australiani potrebbe rappresentare un rischio elevato, benché l’emissione di Banca IMI offra una cedola molto alta rispetto ai tassi d’interesse del Paese (3%) in grado di attutire eventuali piccole perdite sul cambio.

Per questo – come sostengono gli esperti – si consiglia sempre di investire gradualmente in valute diverse dall’euro per sfruttare al meglio le oscillazioni del cambio cogliendo l’occasione di realizzo anzitempo in caso di apprezzamento dollaro australiano nei confronti dell’euro o posticipandone l’uscita in caso contrario.

 

Scheda sintetica Obbligazioni Banca IMI Collezione dollaro australiano 6,40% 2018

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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