Autovelox e multe: cosa cambia con il nuovo codice della strada

Meno autovelox sulle strade e divieto di installazione selvaggia da parte dei Comuni. La stangata di Salvini ai Sindaci che fanno cassa con gli automobilisti.
7 mesi fa
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decreto autovelox

Meno multe selvagge e installazione regolamentata degli autovelox. Il nuovo codice della strada, già approvato dalla Camera, entrerà in vigore molto probabilmente entro l’estate 2024. Il Senato sta valutando se modificare alcuni aspetti o lasciare tutto così com’è stato approvato dai deputati. Fra gli aspetti più caldi vi sono le nuove regole per l’installazione degli autovelox nei territori comunali.

Per il ministro dei Trasporti Matteo Salvini è importante che in Comuni non abbiano ampia libertà di scelta nell’installazione degli autovelox.

Gli enti locali, grazie agli autovelox, hanno trovato il modo di fare cassa appioppando raffiche di multe per risanare i bilanci. Anche laddove il limite di velocità è inferiore ai 50 Km/h. Motivo per cui il leader della Lega intende porvi un limite sollevando le proteste degli enti locali.

Autovelox e multe nel nuovo codice della strada

I Comuni sono così sul piede di guerra perché vorrebbero gestire le norme sui limiti di velocità a loro piacimento. Ma il nuovo codice della strada, approvato in prima lettura alla Camera, vieta ai sindaci di installare autovelox se non previa autorizzazione da parte del Prefetto. I dispositivi non potranno poi essere installati nelle strade urbane in cui vigono dei limiti di velocità inferiori ai 50 chilometri orari. Niente da fare, quindi, per le zone 30, come quella istituita di recente a Bologna.

Al di fuori dell’ambito comunale, sulle strade provinciali quindi, il divieto di installazione di autovelox riguarderà solo i tratti in cui è previsto un limite di velocità inferiore ai 90 chilometri orari. Più precisamente, l’eccesso di velocità potrà essere rilevato automaticamente solo dove il limite prevede non venga ridotto di oltre 20 Km/h rispetto a quello previsto per quel tipo di strada (cioè 90 Km/h). Le apparecchiature dovranno, inoltre, essere segnalate almeno 1.000 m prima, come ricordato dalla Corte di Cassazione.

Per gli agenti di Polizia Locale, relegati spesso dai Comuni a svolgere le funzioni di esattori fiscali, arriverà un boccata di ossigeno che consentirà loro di occuparsi più della viabilità e della sicurezza in ambito locale.

Al momento, infatti, su tutto il territorio nazionale si contano circa 23 autovelox ogni 1.000 chilometri di strade, la maggior parte dei quali è installato in ambito comunale. Un record europeo, dove la media è inferiore ai 20 (dati Codacons).

La contestazione delle multe

Per quanto concerne la rilevazione delle infrazioni, al momento gli autovelox possono essere posti in qualunque strada comunale, anche dove esiste il limite dei 30 Km/h, se segnalati da cartelli che li precedono di almeno 80 metri. E non è nemmeno necessaria la presenza di un agente. Con il nuovo codice della strada ciò non sarà più possibile e la contestazione dovrà avvenire immediatamente laddove possibile.

Affinché l’automobilista non sia ingiustamente vessato dall’uso dei dispositivi, la riforma del codice della strada stabilisce anche i casi in cui si può ricorrere alla contestazione immediata. Sarà possibile presentare ricorso avverso le sanzioni rilevate da dispositivi mobili installati a bordo delle auto di polizia o carabinieri senza che avvenga contestazione immediata. A meno che non vi sia il cartello di segnalazione di rilevamento elettronico della velocità.

Il nuovo codice della strada prevede anche che chi prende più di una sanzione nello stesso tratto di strada nel giro di un’ora, dovrà pagarne solo una, quella più pesante aumentata di un terzo. Oggi si paga, invece, per ogni infrazione anche se rilevate a poca distanza di tempo sullo stesso tratto di strada.

Riassumendo…

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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