Astaldi: Salini Impregilo apre a ricapitalizzazione

Salini Impregilo pronta a fare aumento di capitale e salire al 51% di Astaldi. Bond high yield in rialzo su Euro TLX
6 anni fa
1 minuto di lettura

Salini Impregilo cambia il piano su Astaldi e prova a ipotecare l’esito finale del salvataggio, in vista del termine per la presentazione delle offerte vincolanti: lunedì 21 per dare tempo al consiglio di scegliere quella migliore rispetto a Ihi Corp al prof Corrado Gatti di asseverare il piano concordatario.

Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che il Tribunale di Roma e i commissari attendono il piano definitivo per il 14 febbraio. Il gruppo romano guidato da Pietro Salini negli ultimi giorni ha rivisto radicalmente l’impostazione iniziale della proposta assieme ai suoi partners Cdp e banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit) ed è avviato verso una soluzione di continuità diretta, gradita a Paolo Astaldi e sicuramente alla massa dei creditori.

Il nuovo piano in cantiere prevede l’ingresso diretto, senza più newco, nella Astaldi spa assistita da Rothschild, Enrico Laghi e Gop, attraverso un aumento di capitale che potrebbe aggirarsi sui 350 milioni e poi liquidare le concessioni. Nel nuovo piano, Salini avrà il 51% e si dovrà far carico dei rimborsi. Alla Fin.Ast rimarrà circa il 10% e probabilmente nessuna carica di vertice. In totale il gruppo romano ha circa 1,1 miliardi di debiti per cassa verso le banche più un bond da 750 milioni in scadenza nel 2021. Ci sono poi i debiti di firma sulle commesse.

I bond high yield Astaldi 7,125% 2020 (in default) sono in rialzo del 11% sulla piattaforma Euro TLX a quota 35

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Eni Gas e Luce offerte 2019: la più venduta, la promo online e quella in esclusiva

Disoccupazione NASPI
Articolo seguente

Naspi: partita IVA, riattivazione e sospensione, tutto quello che c’è da sapere