Nel panorama delle misure di sostegno previste dall’INPS, l’assegno sociale rappresenta uno strumento fondamentale per garantire un minimo vitale a coloro che, giunti alla soglia della terza età, si trovano privi dei contributi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Si tratta, dunque, di una prestazione assistenziale rivolta a soggetti in condizioni economiche svantaggiate, con criteri di accesso precisi sia dal punto di vista anagrafico che reddituale.
A questo proposito è giunto in redazione un quesito.
“Salve, sono prossimo a compiere 67 anni. Penso di avere i requisiti per fare domanda assegno sociale. Ho solo un dubbio. Ho venduto una casa di mia proprietà. Sono a chiedere se il reddito che è derivato dalla vendita deve essere considerato nel calcolo del requisito reddituale previsto per il diritto all’assegno sociale.”
A chi si rivolge l’assegno sociale
L’assegno sociale è destinato alle persone che hanno compiuto 67 anni e non possono accedere a una pensione contributiva.
Tuttavia, per ottenerlo, non basta il solo requisito anagrafico: è fondamentale anche la permanenza legale e continuativa sul territorio italiano per almeno dieci anni. Questo vincolo è volto a tutelare il principio di radicamento sul territorio nazionale.
La misura è aperta non solo ai cittadini italiani, ma anche ad alcune categorie di stranieri. Hanno diritto all’assegno sociale i cittadini dell’Unione Europea regolarmente iscritti all’anagrafe comunale, i familiari extracomunitari di cittadini UE, i titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e i rifugiati o beneficiari di protezione sussidiaria.
I limiti di reddito per il 2025
L’assegno sociale viene riconosciuto solo in presenza di una situazione economica precaria.
Per il 2025, l’importo pieno riconosciuto dall’INPS ammonta a 538,69 euro al mese per tredici mensilità, ma questo valore si applica solo nei casi in cui il soggetto non possieda alcun reddito. L’importo, infatti, viene modulato in base alla condizione reddituale del richiedente e, se coniugato, del nucleo familiare.
La soglia oltre la quale non è più possibile percepire l’assegno è fissata a:
- 7.002,97 euro annui per le persone non coniugate;
- 14.005,94 euro annui per i soggetti coniugati.
Superare tali limiti comporta la perdita totale del diritto alla prestazione.
Come vengono calcolati i redditi rilevanti per l’assegno sociale
Ai fini dell’accertamento della condizione economica, non tutti i redditi percepiti sono considerati allo stesso modo. L’INPS prende in esame diversi tipi di entrate per stabilire se il soggetto rientra nei parametri previsti.
Tra i redditi rilevanti figurano:
- pensioni italiane e provenienti da altri Paesi;
- compensi da lavoro subordinato o autonomo;
- proventi derivanti da proprietà immobiliari e fondiari, esclusa l’abitazione principale;
- rendimenti finanziari (interessi bancari e postali, titoli di Stato);
- somme ricavate dalla vendita di immobili, ma solo nell’anno in cui la vendita ha luogo;
- assegni ricevuti dall’ex coniuge;
- redditi esenti da Irpef, come le rendite da invalidità civile, pensioni di guerra o INAIL;
- lo stesso assegno sociale percepito dal coniuge.
È importante sottolineare che si tiene conto dei redditi effettivamente incassati, anche se riscossi con ritardo, secondo il principio di competenza.
Inoltre, i redditi sono valutati al netto dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali, nonché dei contributi previdenziali.
Cosa non viene conteggiato
Allo stesso tempo, esistono redditi che non incidono sul diritto all’assegno sociale. Tra questi, i principali sono:
- il trattamento di fine rapporto (TFR);
- il valore dell’abitazione principale e delle sue pertinenze;
- gli assegni per il nucleo familiare;
- un terzo dell’importo delle pensioni liquidate solo con il metodo contributivo;
- le indennità di accompagnamento, indipendentemente dalla tipologia;
- le indennità di comunicazione riservate ai sordomuti.
Questo elenco permette a molti beneficiari di non vedersi precluso l’accesso alla misura, anche in presenza di entrate minime o agevolazioni assistenziali non considerate rilevanti.
Tempistiche e domanda assegno sociale
La domanda per l’assegno sociale deve essere presentata all’INPS e ha efficacia a partire dal mese successivo al compimento dei 67 anni, a condizione che il requisito anagrafico sia già stato raggiunto alla data di presentazione della domanda. Pertanto, un elemento cruciale per non perdere una o più mensilità è rappresentato dalla tempestività: è consigliabile muoversi per tempo, anche poco prima di aver compiuto l’età minima, così da permettere l’avvio della procedura in modo regolare.
La presentazione della domanda avviene per via telematica, attraverso i servizi online dell’INPS o con l’assistenza dei patronati. È necessario fornire tutti i dati anagrafici, reddituali e documentazione eventualmente richiesta per la verifica dei requisiti.