Assegno di Inclusione arriva la stretta, a queste famiglie viene tolto per colpa dei figli

Nuova stretta sull'Assegno di Inclusione con il decreto attuativo che rende obbligatoria la frequenza scolastica dei figli delle famiglie che prendono il sussidio.
6 giorni fa
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assegno di inclusione
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Una novità rilevante rischia di cambiare le regole del gioco per l’Assegno di Inclusione. Molte famiglie, beneficiarie del sussidio fin da gennaio 2024 (quando ha sostituito il Reddito di Cittadinanza), si trovano ora in una situazione particolare. Rischiano di perdere il beneficio, e tutto dipende dai figli e dal loro percorso scolastico.

Il decreto attuativo che introduce questa novità è stato approvato. Di conseguenza, gravi rischi di decadenza del sussidio si profilano per queste famiglie. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e perché, sull’Assegno di Inclusione, arriva la tanto temuta stretta normativa.

Assegno di Inclusione: arriva la stretta, a queste famiglie viene tolto per colpa dei figli

L’Assegno di Inclusione, come anticipato, è stato introdotto nel 2024.

È lo strumento principale contro la povertà e l’esclusione sociale, che dal 1° gennaio 2024 ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza. Tra le misure di welfare italiane, rappresenta indubbiamente il più importante sostegno economico attualmente attivo.

Tuttavia, non è destinato a tutti coloro che rientrano nei limiti ISEE o reddituali. Spetta solo alle famiglie composte interamente da soggetti fragili o con vulnerabilità riconosciute. In particolare, per ottenere l’Assegno di Inclusione, è necessario che il nucleo familiare comprenda almeno un minore, oppure un over 60, o ancora persone invalide, in carico ai servizi sociali o con carichi di cura familiari.

Ecco i beneficiari dell’Assegno di Inclusione e come rientrare nelle giuste categorie

Nel dettaglio delle categorie sopra menzionate, per minori e over 60 non ci sono ambiguità. L’Assegno di Inclusione non spetta a soggetti tra i 18 e i 60 anni privi di ulteriori condizioni di fragilità.

Gli invalidi, per essere ammessi al beneficio, devono essere riconosciuti come invalidi civili dalla commissione ASL/INPS con un grado di invalidità non inferiore al 67%.

Per quanto riguarda i carichi di cura, il requisito si ritiene rispettato se nel nucleo vi è un soggetto di età compresa tra i 18 e i 60 anni che assiste un familiare disabile o un minore.

Infine, per quanto concerne la presa in carico da parte dei servizi sociali, il riferimento è a situazioni specifiche: il soggetto (tra i 18 e i 60 anni) deve essere invalido con una percentuale compresa tra il 46% e il 67%, e in una condizione che impedisce l’attivazione al lavoro. In alternativa, può essere affetto da dipendenze (alcol, droga, gioco d’azzardo) o da problemi psicosociali gravi che lo rendano inidoneo all’inserimento lavorativo.

ISEE, redditi ma anche l’obbligo scolastico: ecco perché diventa importante tutto

Alcuni nuclei familiari accedono al sussidio semplicemente per la presenza di un figlio minore, unita al rispetto dei limiti ISEE e reddituali.

Tuttavia, oltre ai requisiti economici, oggi entra in gioco una nuova condizione vincolante: il rispetto dell’obbligo scolastico da parte del figlio minorenne. In mancanza, l’Assegno di Inclusione può essere revocato.

Partecipazione alla vita comunitaria e sociale: addio all’Assegno di Inclusione in questi casi

Cosa significa esattamente? La frequenza scolastica è considerata un elemento di partecipazione attiva alla vita sociale e comunitaria.

E proprio questo diventa ora indispensabile per l’erogazione del sussidio.

Si tratta di una novità applicativa: l’obbligo era già previsto, ma mancava il relativo decreto attuativo. Ora, invece, è ufficialmente in vigore. A partire dal 3 giugno 2025, se i figli minorenni non frequentano regolarmente la scuola dell’obbligo, l’Assegno di Inclusione non è più erogato.

Le famiglie devono quindi trasmettere all’INPS la documentazione che attesti la regolare frequenza scolastica dei figli in età d’obbligo. In caso di mancato adempimento, il sussidio sarà sospeso e, se l’inadempienza persiste, si procederà con la revoca definitiva.

Come adempiere al nuovo obbligo per prendere l’Assegno di Inclusione

Secondo quanto riportato sul sito del Ministero dell’Istruzione, l’istruzione obbligatoria ha durata di 10 anni, a partire dai 6 fino ai 16 anni di età. Contrariamente a quanto molti credono, l’obbligo non si esaurisce con la terza media, ma comprende:

  • i 5 anni della scuola primaria;
  • i 3 anni della scuola secondaria di primo grado (medie);
  • e i primi 2 anni della scuola superiore.

Tutto ciò in base alla legge n. 296 del 2006. Chi ha figli in età scolastica obbligatoria deve quindi prestare particolare attenzione.

La verifica dell’adempimento dell’obbligo scolastico avverrà durante la fase di accertamento del Patto di Inclusione Sociale, a cura dei servizi sociali. Se dalle banche dati non risulta alcuna informazione, saranno gli stessi servizi sociali a richiedere documentazione comprovante la frequenza scolastica del minore.

In pratica, sarà la piattaforma GEPI a gestire il flusso operativo, con accesso diretto all’ANIST (Anagrafe Nazionale dell’Istruzione). Solo in seconda istanza, se i dati non risultano disponibili, sarà chiesto alle famiglie di intervenire direttamente.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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