In tutti i sistemi previdenziali del mondo, o quasi, la pensione è un diritto che si matura raggiungendo una determinata età anagrafica, oppure una specifica anzianità contributiva. In molti casi servono entrambi i requisiti.
Queste regole valgono anche in Italia. Ma cosa serve davvero per andare in pensione prima dell’età ordinaria?
La domanda è molto comune, perché tanti lavoratori si chiedono come sia possibile uscire dal lavoro prima dei 67 anni.
Cosa serve per andare in pensione prima dei 67 anni di età in Italia
Perché si parla proprio di 67 anni?
Perché è questa l’età pensionabile ordinaria prevista per la pensione di vecchiaia.
In altre parole, per ottenere la pensione a 67 anni occorrono almeno 20 anni di contributi.
Per andare in pensione prima dei 67 anni, serve però qualcosa in più: bisogna rientrare in specifiche misure pensionistiche anticipate.
In alcuni casi basta aver maturato una carriera contributiva lunga, a prescindere dall’età; in altri casi serve anche raggiungere una determinata età minima.
Per esempio, chi ha 42 anni e 10 mesi di contributi (oppure 41 anni e 10 mesi se donna) può chiedere la pensione anticipata ordinaria.
Di questi contributi, almeno 35 anni devono essere effettivi, cioè senza periodi figurativi da disoccupazione, malattia o infortunio.
Non esiste un limite di età per questa pensione, ma si devono attendere tre mesi di finestra prima di ricevere il primo rateo.
Senza limiti di età c’è anche la Quota 41 per i lavoratori precoci, riservata a chi ha 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi, e 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età, anche non continuativi.
Ecco come funziona la pensione prima dei 67 anni di età
Oltre alle pensioni anticipate basate sui contributi, esistono altre misure che consentono di andare in pensione prima dei 67 anni, ma con limiti anagrafici specifici.
Una di queste è l’Ape Sociale, riservata a:
- caregiver;
- disoccupati;
- invalidi;
- lavoratori addetti a mansioni gravose.
Servono almeno 30 anni di contributi (oppure 36 anni per chi svolge lavori gravosi).
L’età minima per uscire è di 63 anni e 5 mesi.
Per le donne, invece, c’è la misura Opzione Donna, che consente di andare in pensione a 59, 60 o 61 anni, con 35 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza:
- caregiver;
- disoccupate;
- lavoratrici invalide (almeno al 74%);
- dipendenti di aziende coinvolte in crisi aziendali.
La condizione è che tutti i requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2024.
Ecco le altre alternative per andare in pensione prima
Un’altra possibilità è la pensione anticipata contributiva, riservata a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995.
In questo caso, bastano:
- 64 anni di età;
- 20 anni di contributi;
- una pensione di importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.
Tutti i contributi devono essere effettivi, senza periodi figurativi, e serve una finestra di tre mesi per ricevere il primo assegno.
In altri casi, l’accesso anticipato alla pensione è legato all’invalidità.
Con un’invalidità pari all’80%, si può andare in pensione a:
- 61 anni se uomo;
- 56 anni se donna, purché si abbiano almeno 20 anni di versamenti.
Infine, chi svolge lavori usuranti può accedere al cosiddetto “scivolo usuranti”.
Rientrano in questa categoria:
- i lavoratori notturni;
- chi lavora in catena di montaggio;
- gli autisti di mezzi pubblici;
- altre categorie definite come usuranti per legge.
In questo caso si può andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, con 35 anni di contributi, purché si raggiunga la Quota 97,6, ossia la somma di età e anzianità contributiva, comprese le eventuali frazioni di anno.