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Oggi: 05 Dic, 2025

La pensione in tre mosse, ecco cosa devi fare per dire basta con il lavoro in anticipo

Per prendere la pensione o lasciare il lavoro in anticipo ecco una soluzione che prevede tre diversi passaggi.
2 mesi fa
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pensione in anticipo
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Aspettare 67 anni di età per andare in pensione oppure c’è un modo per farlo prima? A questa domanda rispondiamo che a 67 anni si raggiunge l’età pensionabile vigente e quindi l’accesso alla pensione è praticamente certo (con alcune eccezioni). È altrettanto vero, però, che esistono diverse alternative per andare in pensione prima.

Oggi analizziamo un caso particolare: quello di chi può lasciare il lavoro in anticipo procedendo per step, quasi una vera e propria pensione in tre mosse, perché si può abbandonare il lavoro prima e poi accedere effettivamente alla pensione.

“Buonasera, mi chiamo Giovanni, sono un lavoratore che vorrebbe valutare la propria condizione per una eventuale pensione.

Vi spiego meglio: ho 39 anni di contributi, che completerò a novembre, e 60 anni di età. Mi potete dare indicazioni sul da farsi? Che possibilità ho di lasciare subito il lavoro? Premetto che lavoro in edilizia e, a dire il vero, a questa età non riesco più a sostenere il peso di un lavoro così faticoso.”

La pensione in tre mosse, ecco cosa devi fare per dire basta con il lavoro in anticipo

Diventare disoccupati è un problema se la perdita del lavoro deriva da dimissioni volontarie, perché in questo caso non spetta la Naspi. Per chi si trova a un paio d’anni dalla pensione e vuole lasciare il lavoro, è quindi fondamentale riuscire ad accedere alla Naspi. Esiste infatti una misura che permette di andare in pensione passando proprio dalla disoccupazione indennizzata.

In realtà, le misure possibili sono due: l’Ape sociale e la Quota 41 per lavoratori precoci. Nel caso del nostro lettore, viste le condizioni, la soluzione più adatta sembrerebbe la Quota 41.

Restano però due dubbi da chiarire: lo status di precoce e la presenza di almeno 35 anni di lavoro effettivo. Ma procediamo con ordine: il primo passo è la Naspi.

Perché per andare in pensione con la Quota 41 occorre essere disoccupati che abbiano terminato di percepire integralmente la Naspi. In alternativa, possono accedervi i caregiver, gli invalidi o i lavoratori addetti a mansioni gravose. Gli edili, come il nostro lettore, rientrano proprio in questa categoria.

Tuttavia, al momento, con soli 39 anni di contributi, non è possibile accedere subito alla Quota 41. Per questo indichiamo la Naspi come soluzione immediata: essa consente di “coprire” il tempo mancante.

È però vietato dimettersi volontariamente: bisogna subire una perdita di lavoro involontaria, altrimenti non si ha diritto alla Naspi e non si può quindi accedere alla pensione anticipata tramite Quota 41.

Quali sono le tre mosse per dire addio al lavoro subito?

La Quota 41 si ottiene indipendentemente dall’età, ma con condizioni precise:

  • almeno 41 anni di contributi complessivi;
  • di cui 35 anni effettivi, escludendo i contributi figurativi da malattia, infortunio o disoccupazione;
  • almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età (requisito di “precocità”).

Chi si trova a 39 anni di contributi, come il nostro lettore, può sfruttare i 24 mesi di Naspi, arrivando così a completare i 41 anni richiesti. I periodi coperti da Naspi non incidono sul calcolo dei 35 anni effettivi.

Una volta terminata la Naspi, occorre attendere 3 mesi dalla fine dell’ultima indennità percepita per poter presentare la domanda di pensione con Quota 41.

In sostanza, il percorso si articola in tre mosse:

  1. perdita involontaria del lavoro e accesso alla Naspi;
  2. percezione integrale della Naspi fino alla sua scadenza;
  3. completamento dei requisiti e accesso alla pensione anticipata con Quota 41 per precoci.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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