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Oggi: 05 Dic, 2025

Deduzione assegno all’ex coniuge: check-list rapida prima della dichiarazione redditi

La deduzione assegno all'ex coniuge è tema fiscale delicato: regole, esempi pratici ed errori da evitare in vista della dichiarazione redditi
2 mesi fa
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Foto © Pixabay

Quando una coppia decide di separarsi o di sciogliere il matrimonio, oltre agli aspetti emotivi ed organizzativi, emergono inevitabilmente anche questioni fiscali. Una delle domande più frequenti riguarda proprio la possibilità di portare in deduzione dal reddito complessivo le somme versate a titolo di mantenimento. In particolare, occorre distinguere con attenzione tra ciò che spetta all’ex coniuge e ciò che è destinato ai figli.

Il tema della deduzione assegna all’ex coniuge è, infatti, regolato in modo chiaro dalla normativa fiscale, ma spesso genera dubbi pratici, soprattutto in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi. Analizziamo, quindi, in dettaglio come funziona il meccanismo e quali documenti è necessario conservare per ottenere il beneficio.

Assegno mantenimento all’ex coniuge: quando si può dedurre

La legge prevede che le somme corrisposte periodicamente all’ex coniuge possano essere portate in deduzione dal reddito complessivo del soggetto che le eroga. Si tratta di un’agevolazione concessa solo a precise condizioni:

  • l’obbligo deve derivare da un provvedimento dell’autorità giudiziaria (sentenza di separazione, divorzio o altro provvedimento ufficiale);
  • in alternativa, deve esistere un accordo formalmente riconosciuto, che stabilisca con chiarezza l’importo da corrispondere.

La deduzione assegna all’ex coniuge riguarda, dunque, solo le somme fissate in modo ufficiale. Non sono, invece, deducibili eventuali versamenti aggiuntivi, spontanei o straordinari, non previsti nel provvedimento.

La quota destinata ai figli: regole diverse

Diverso è il discorso per le somme erogate per il mantenimento dei figli. Questi importi non sono deducibili dal genitore che li versa. La normativa fiscale, infatti, considera tali spese come oneri che non incidono sul reddito imponibile.

Un punto importante riguarda i casi in cui la decisione del giudice o l’accordo non distinguano in modo netto tra la parte destinata al coniuge e quella riservata ai figli. In assenza di una suddivisione chiara, la regola prevede che il 50% dell’importo totale venga considerato come destinato ai figli. Questa proporzione si applica a prescindere dal numero dei figli coinvolti.

Ad esempio, se l’assegno complessivo stabilito dal tribunale è di 800 euro mensili, senza ulteriori dettagli, si presume che 400 euro siano per il mantenimento dei figli e 400 euro per l’ex coniuge. Solo la seconda quota può essere dedotta in dichiarazione.

Deduzione per cassa: il principio di base

Un aspetto tecnico fondamentale è che la deduzione funziona con il cosiddetto principio di cassa. Ciò significa che il beneficio fiscale spetta soltanto per le somme effettivamente versate nel corso dell’anno.

Se, ad esempio, nel 2024 vengono pagati 3.000 euro di mantenimento, questi importi saranno deducibili nel Modello 730/2025 (scadenza 30 settembre) o nel Modello Redditi PF 2025 (scadenza 31 ottobre) relativi a detto anno d’imposta. Non rileva, quindi, il momento in cui il provvedimento è stato emesso o la data di scadenza delle rate, ma unicamente i pagamenti effettivamente eseguiti nel periodo di riferimento.

Deduzione assegno mantenimento ex coniuge: documentazione necessaria

Per usufruire correttamente della deduzione, il contribuente deve poter dimostrare sia l’esistenza dell’obbligo sia l’avvenuto pagamento.

I documenti principali da conservare sono:

  • provvedimento giudiziario o accordo ufficiale, che stabilisca la misura dell’assegno;
  • prove dei versamenti, come bonifici bancari, ricevute firmate dall’ex coniuge o altre attestazioni che certifichino il pagamento.

Questa documentazione può essere richiesta in caso di controlli da parte dell’amministrazione finanziaria, ed è quindi essenziale per evitare contestazioni.

Esempio pratico

Immaginiamo un contribuente che versa ogni mese:

  • 250 euro come mantenimento per l’ex coniuge;
  • 500 euro come mantenimento per i due figli.

In questo caso, soltanto i 250 euro mensili (pari a 3.000 euro annui) sono deducibili dal reddito complessivo. La parte relativa ai figli, pari a 6.000 euro annui, non dà diritto ad alcuna deduzione.

Se invece il provvedimento stabilisse un unico assegno mensile di 750 euro senza specificare la ripartizione, allora si applicherebbe la regola del 50%. Pertanto, 375 euro al mese (4.500 euro annui) verrebbero considerati destinati all’ex coniuge e quindi deducibili, mentre i restanti 375 euro al mese sarebbero imputati al mantenimento dei figli e non deducibili.

Perché la deduzione assegno ex coniuge è importante

Si consideri che la possibilità di dedurre gli importi versati all’ex coniuge rappresenta un meccanismo di equilibrio fiscale. Da un lato, chi eroga l’assegno vede ridursi la base imponibile su cui calcolare le imposte. Ma dall’altro, l’ex coniuge che riceve il mantenimento è tenuto a dichiarare tali somme come reddito imponibile nel suo 730 o Modello Redditi.

In questo modo il sistema fiscale assicura una forma di neutralità, evitando che le stesse somme vengano tassate due volte o, al contrario, non vengano tassate affatto.

Riassumendo

  • Solo l’assegno periodico all’ex coniuge è deducibile dal reddito.
  • Gli importi destinati ai figli non sono mai deducibili.
  • In mancanza di ripartizione, il 50% dell’assegno si presume per i figli.
  • La deduzione segue il principio di cassa: conta solo quanto effettivamente pagato.
  • Necessari provvedimento giudiziario e prove di pagamento per beneficiare della deduzione.
  • La deduzione riduce il reddito imponibile, mentre l’ex coniuge deve dichiarare le somme.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.