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Oggi: 05 Dic, 2025

Gli Eurobond del Libano (in default) segnano rialzi fino al 260% da inizio anno

Il Libano resta in default da 5 anni e mezzo, ma i suoi Eurobond si sono impennati sul mercato secondario negli ultimi mesi.
3 mesi fa
2 minuti di lettura
Boom per gli Eurobond del Libano
Boom per gli Eurobond del Libano © Licenza Creative Commons

Il Libano è in default esattamente da cinque anni e mezzo, periodo durante il quale le cedole e il capitale dei suoi Eurobond non sono stati onorati. Era il marzo del 2020 quando Beirut mancò un pagamento di 1,2 miliardi di dollari. Fu solo l’inizio di una crisi devastante e che dura a tutt’oggi. Non solo economica, ma anche di politica interna e geopolitica. Da allora il mondo attorno all’ex “Svizzera del Medio Oriente” è cambiato. La Siria di Bashir al-Assad è ora nelle mani delle milizie islamiste, mentre l’Iran dell’ayatollah Khamenei è stato persino bombardato dagli Stati Uniti a giugno.

Prezzi degli Eurobond in Libano esplosi

Dall’inizio dell’anno gli Eurobond in dollari del Libano hanno registrato guadagni persino in tripla cifra. La scadenza del 2028 (ISIN: XS1720803326) è quasi raddoppiata di prezzo a 22,60 centesimi. La scadenza del 2032 (ISIN: XS1586230481) ci è andata vicina con un boom dell’85% a quasi 21 centesimi. Segna un +89% la scadenza del 2035 (ISIN: XS2083908132), salita in area 22,50 centesimi. Infine, eclatante il rimbalzo della scadenza nel 2037 (ISIN: XS1586230309) da 6 a quasi 22 centesimi: +260%.

Crisi devastante dal 2019

A cosa si deve tanta eccitazione tra gli investitori? Moody’s assegna agli Eurobond del Libano il rating C, il giudizio più basso della sua scala di valutazione. La situazione resta molto critica sul piano finanziario. Pensate che dal 2019 il Pil è crollato del 30% in termini reali, mentre in dollari si è all’incirca dimezzato a soli 28 miliardi. E nel frattempo l’inflazione è stata del 6.400%, vale a dire che i prezzi al consumo si sono moltiplicati per 65 volte. Il cambio non è stato risparmiato dal collasso: -98%.

Contro il dollaro servivano poco più di 1.500 lire libanesi a fine 2019, mentre oggi ne occorrono 89.500.

L’iperinflazione ha avuto l’effetto di deprimere il peso del debito pubblico in valuta locale rispetto al Pil, crollato dal 100% del 2022 al 2% di fine 2024. L’intero debito pubblico netto, invece, si attesterebbe al 113%. Le riserve valutarie, al netto dell’oro, ammontavano a 9,24 miliardi nel dicembre scorso. Includendovi le quasi 287 tonnellate di oro, salirebbero oggi di circa 33,5 miliardi. Sebbene lo stato sia riuscito di recente a chiudere il bilancio in attivo, difficilmente sarà in grado di rinegoziare il debito estero con i creditori internazionali prima delle nuove elezioni nel 2026.

Hezbollah indebolito

Di positivo c’è che dopo oltre due anni all’inizio del 2025 è stato eletto il nuovo presidente: Joseph Aoun. Il primo ministro Nawaf Salam gode di maggiori margini di manovra rispetto ai predecessori, in conseguenza dell’indebolimento di Hezbollah. L’organizzatore paramilitare ha tenuto sotto scacco il Paese dei cedri per tre decenni, tra l’altro impedendogli durante la crisi di ottenere assistenza finanziaria dal Fondo Monetario Internazionale. Il suo capo storico Hassan Nasrallah veniva ucciso da un raid israeliano quasi un anno fa, decapitando i vertici della struttura.

E da questo momento in avanti che gli Eurobond del Libano hanno iniziato a correre sul mercato. Gli investitori hanno fiutato l’occasione per lo stato di liberarsi dalla morsa di Hezbollah, avvicinandosi alla comunità internazionale.

Da protettorato iraniano, i passi più recenti vedono Beirut cercare di superare le divisioni interne per tornare alla normalità. Come dicevamo, però, difficilmente la ristrutturazione del debito sarà anche solo avviata prima delle prossime elezioni. I termini concordati potrebbero risultare impopolari e richiedere misure fiscali restrittive per onorare i pagamenti arretrati e futuri.

Ristrutturazione non vicina per Eurobond del Libano

Malgrado il boom di questi mesi, i prezzi degli Eurobond in Libano restano depressi e scontano un taglio del capitale non solo con l’accetta, ma anche lontano nel tempo. Stiamo parlando di titoli che quotano tutti tra un quinto e un quarto del loro valore nominale. Ricordiamo che la ristrutturazione può comportare diverse misure, tra cui il suddetto “haircut”, la riduzione delle cedole e l’allungamento delle scadenze (“roll-over”).

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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