In Italia la recinzione delle abitazioni è una prassi molto diffusa, quasi una consuetudine non scritta. Si tratta di una scelta che, oltre a segnare i confini della proprietà, risponde spesso a esigenze di sicurezza e di privacy. Diversamente, in altri Paesi come il Canada, è frequente trovare case prive di recinzione sul fronte, limitandola solo al retro. Tuttavia, la realizzazione di un muro di cinta, di una cancellata o di una qualsiasi struttura di delimitazione comporta costi considerevoli. Proprio per questo motivo sorge spontanea una domanda: tali spese possono rientrare tra quelle detraibili con le agevolazioni fiscali, ad esempio, nel bonus ristrutturazione?
Il bonus ristrutturazione: le percentuali di detrazione
La risposta è data dall’Agenzia Entrate.
Nella guida al bonus ristrutturazione si evince che i lavori di realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate rientrano tra gli interventi di manutenzione straordinaria di cui all’articolo 3, comma 1, lett. b), del Dpr n. 380/2001 (TUE). Quindi, le relative spese possono essere portare in detrazione come “bonus ristrutturazione”.
Questo significa che, in base a quanto stabilito con la manovra d bilancio 2025, se trattasi di spese sostenute nel 2025 lo sgravio fiscale è pari al 50% della spesa, da applicare su un importo massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Tuttavia, la percentuale di sgravio è al 50% solo laddove i lavori di recinzione interessano la casa adibita ad abitazione principale. Se trattasi, invece, di seconda casa il bonus ristrutturazione è al 36%.
Per spese del 2026 e 2027 la detrazione scende al 36% (se trattasi di abitazione principale) ovvero al 30% (se trattasi di seconda casa), fermo restando il limite di spesa a 96.000 euro per unità immobiliare.
Dalle spese 2028 il bonus scende ulteriormente al 30% e scende anche il limite massimo di spesa ammessa (48.000 euro per unità immobiliare).
La detrazione si spalma, in ogni caso, su 10 quote annuali di pari importo.
Anche per recinzioni e cancellate serve bonifico parlante
Condizione essenziale per la detrazione dei lavori di recinzione è che le spese risultino pagate con il c.d. bonifico parlante previsto per la generalità dei bonus edilizi (soggetto a ritenuta d’acconto dell’11%). Si tratta di quel bonifico da cui devono risultare:
- causale di versamento (art. 16-bis del DPR n. 917/86 – Testo unico delle imposte sui redditi);
- codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- dati fiscali dell’impresa/fornitore destinatari del bonifico.
In posta e banca sono disponibili moduli dedicati per il bonifico parlante. Così come, in caso di bonifico fatto tramite app degli istituti di credito, esistono funzionalità che rimanda al bonifico dedicato proprio ai bonus edilizi. Altro documento importante ai fini della detrazione resta la fattura dell’impresa/fornitore che ha eseguito i lavori.
Con il bonus ristrutturazione le recinzioni sono più convenienti
Il vantaggio principale di questa agevolazione consiste nella possibilità di recuperare una parte consistente delle spese sostenute. Costruire una recinzione, infatti, non è solo una questione estetica, ma rappresenta un investimento importante in termini di sicurezza, privacy e valorizzazione dell’immobile.
Il bonus ristrutturazione per la recinzione consente quindi di trasformare una spesa inevitabile in un’operazione fiscalmente vantaggiosa.
Anche con le riduzioni previste negli anni futuri, resta comunque un’opportunità utile per chi deve affrontare questi lavori.
Riassumendo
- In Italia le recinzioni sono diffuse per sicurezza, privacy e delimitazione della proprietà.
- L’Agenzia Entrate include muri e cancellate tra manutenzione straordinaria detraibile.
- Bonus ristrutturazione 2025: 50% su spesa massima 96.000 euro, 36% per seconde case.
- Dal 2026: 36% abitazione principale, 30% seconda casa, limite sempre 96.000 euro.
- Dal 2028: bonus 30% con limite ridotto a 48.000 euro per unità immobiliare.
- Detrazione valida solo con bonifico parlante e fattura dell’impresa esecutrice.
