La Francia di oggi è l’Italia del 2011. Finita nel mirino dei mercati finanziari per la crisi dei conti pubblici, paga gli anni di inerzia sul fronte delle riforme economiche e delle politiche di bilancio. Se c’è un dato che ben sintetizza questo progressivo deterioramento, è lo spread tra BTp e Oat a 10 anni. Quando Giorgia Meloni varcò il portone di Palazzo Chigi nell’ottobre del 2021, si aggirava in area 180 punti base. In pratica, il rendimento decennale italiano sovrastava quello francese dell’1,80%. Negli ultimi giorni, è sceso fino a un minimo di soli 7 punti, mai così basso sin dal 2010. In altre parole, il costo del debito francese ha raggiunto quello italiano.
Per le scadenze medio-brevi c’è stato a tratti un sorpasso dopo venti anni.
Spread BTp-Oat giù con elezioni europee
Ancora fino agli inizi di giugno dello scorso anno, lo spread BTp-Oat sostava sopra 80 punti. Dopo vi furono le elezioni europee con tanto di sonora sconfitta per il partito del presidente Emmanuel Macron. Questi pensò bene di sciogliere l’Assemblea Nazionale per reagire a muso duro all’avanzata di Marine Le Pen e del suo Rassemblement National. Un escamotage elettorale finì per impedirne la vittoria, ma facendo perdere ai centristi la maggioranza. In soli tre mesi si avvicendavano due governi, l’ultimo guidato dall’attuale premier François Bayrou.
Deficit alto e interessi in rialzo
Non avendo una maggioranza parlamentare, questi non sa come far passare la prossima legge di bilancio. L’obiettivo è cercare di abbassare il deficit dal 5,8% del Pil dello scorso anno al 4,6% per il 2026 come concordato con la Commissione europea. Già quest’anno si è reso necessario il ricorso all’art.49.3 della Costituzione per bypassare il voto dei deputati. A differenza dei mesi passati, però, tutte le opposizioni si mostrano unite nel votare contro la fiducia richiesta dallo stesso governo e calendarizzata per l’8 settembre.
I conti pubblici francesi appaiono ogni giorno di più alla deriva. Non c’è un governo stabile e i mercati temono il peggio, cioè che la crisi politica deflagri. Se l’Italia spera già quest’anno di chiudere con un deficit al 3% o poco sotto, la Francia non andrà sotto il 5,4%. E nel 2024 abbiamo riportato un avanzo primario dello 0,4%, mentre la Francia resta in forte deficit anche al netto della spesa per interessi. In più, questa sta salendo per la lievitazione dei rendimenti sovrani.
Rischio sovrano francese pari all’Italia
Unicredit non esclude più uno spread BTp-Oat a 10 anni negativo. Se così, i rendimenti francesi salirebbero sopra gli italiani. Un chiaro segnale di rischio sovrano captato anche dai CDS a 5 anni: a 37,44 punti per la Francia, a 42,79 punti per l’Italia. Un anno fa erano rispettivamente a 30,62 e 61,95 punti. Il mercato ha quasi azzerato il premio richiesto per assicurare i titoli di stato italiani rispetto ai transalpini.
Lo scenario di uno spread BTp-Oat sottozero si farebbe concreto in due particolari ipotesi: scioglimento dell’Assemblea Nazionale e dimissioni di Macron.
Nel primo caso, considerato probabile, il presidente si giocherebbe ancora una volta il tutto per tutto per cercare di riconquistare la maggioranza parlamentare. Difficile che avvenga, basti guardare ai sondaggi. E poiché le desistenze nei collegi con la sinistra sarebbero ormai quasi impossibili da replicare, una vittoria della destra lepenista diverrebbe molto probabile.
Possibili dimissioni di Macron
L’ipotesi più estrema, pur ancora considerata poco probabile, è che Macron lasci l’Eliseo con quasi due anni di anticipo per agevolare il ritorno alla stabilità politica. Il nervosismo sui mercati salirebbe alle stelle. Le Pen non può candidarsi a causa di una condanna penale, ma per lei correrebbe il delfino Jordan Bardella, non ancora trentenne. A sinistra avrebbe il vento in poppa Jean-Luc Mélenchon, del tutto sordo alle richieste di aggiustare i conti pubblici e di rilanciare la competitività dell’economia francese.
C’è anche l’ipotesi che Macron nomini il quinto primo ministro in poco più di un anno e mezzo. Il problema è che non disporrebbe comunque della maggioranza. Il mercato riprenderebbe probabilmente fiato, ma chi e come approverebbe il nuovo bilancio? Quale partito si assumerebbe l’onere di tagliare la spesa pubblica e di aumentare le tasse alla vigilia delle elezioni presidenziali nel 2027? Gli unici disposti a immolarsi sono i centristi pro-Macron, anche perché risultano essere i responsabili di questo disastro fiscale. Le opposizioni non vedono il motivo per risolvere i problemi provocati dagli amici del presidente, che parla irresponsabilmente di aumentare le spese militari in deficit.
Spread BTp-Oat negativo non più miraggio
Fino a poco tempo fa sembrava quasi un miraggio anche solo immaginare uno spread BTp-Oat verso l’azzeramento. Ora, si ragiona di una sua possibile discesa in territorio negativo. La stabilità politica italiana e la prudenza con cui il governo Meloni gestisce i conti pubblici stanno contribuendo al trend. Bayrou ha ragione quando sostiene che, se anche cadesse, resterebbe da risolvere il problema del deficit. Dinnanzi al caos c’è chi paventa l’arrivo della Troika a Parigi. Per il momento un salvataggio del Fondo Monetario Internazionale non appare all’ordine del giorno.
Per i prossimi mesi non si sa. Se il governo non sarà capace di sventare il collasso fiscale, sarà il sistema politico-istituzionale ad andare a gambe all’aria insieme al bilancio dello stato. E’ anche peggio dell’Italia nel 2011.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
