Prima fu eBay, poi arrivarono, tra gli altri, Wallapop, Vinted e Subito.it. Si tratta delle numerose piattaforme online utilizzate da utenti che vogliono vendere o acquistare oggetti di seconda mano. Si possono commercializzare beni di ogni genere, purché usati.
Oggi però ci concentriamo sul punto di vista fiscale di chi vende tramite questi siti. Gli introiti derivanti da queste vendite costituiscono reddito imponibile? Le vendite devono essere dichiarate al Fisco? E cosa succede con il modello 730 e con l’ISEE?
Vinted, eBay, Wallapop: quando vendi cose usate devi pagare le tasse? Come funzionano 730 e ISEE
Come detto, sono moltissime le persone che vendono beni usati su Internet tramite queste piattaforme.
E oggi, in un contesto in cui si parla sempre più di tassazione sull’e-commerce e di restrizioni alle operazioni online, crescono anche i dubbi di chi vuole intraprendere questa strada.
Chi decide di vendere beni usati abitualmente, come accade nei negozi fisici dell’usato, deve assolvere precisi obblighi fiscali. Che si tratti di un negozio fisico o di una vetrina online, la vendita abituale è considerata una vera e propria attività commerciale, e come tale soggetta a Partita Iva, tassazione e dichiarazione dei redditi.
Diversa invece è la situazione di chi vende occasionalmente qualche oggetto personale traendo piccoli introiti: in questo caso, l’attività non è soggetta a tassazione, indipendentemente dall’importo incassato (che sia 10, 100 o 1.000 euro).
Tasse ma non solo: ecco cosa fare quando si vendono cose usate su Internet
Alcuni si chiedono se sia necessario dichiarare una vendita quando l’oggetto è stato rivenduto a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto.
La domanda è lecita: l’eventuale plusvalenza è tassabile?
Anche qui, la frequenza e la modalità della vendita sono decisive. Se le vendite sono sporadiche e non organizzate, non generano obblighi fiscali, neppure in presenza di guadagni. Tuttavia, chi comincia a vendere in modo sistematico o abituale, potrebbe essere considerato dal Fisco come titolare di un’attività vera e propria.
In tal caso, potrebbe essere necessaria l’apertura della Partita Iva e la dichiarazione dei redditi percepiti. In breve: se l’attività si configura come professionale, allora le tasse vanno pagate.
Vinted, eBay, Wallapop: cosa fare quando vendi cose usate su Internet – Come funzionano tasse, 730 e ISEE
Il punto critico è stabilire quando l’attività può essere considerata occasionale. Negli ultimi anni, anche a seguito della crescita delle vendite online, sono arrivati interventi normativi specifici. Uno su tutti: il Decreto Legislativo n. 31 del 2023, che introduce due soglie di riferimento:
- 30 operazioni di vendita all’anno;
- 2.000 euro di ricavi complessivi.
Se si rimane al di sotto di entrambe le soglie, l’attività può essere considerata occasionale ed esente da tasse.
Ma c’è un dettaglio importante: non spetta all’utente stabilire se la soglia è stata superata. La normativa prevede che sia la piattaforma online utilizzata (e.g. Vinted, eBay, Wallapop) a segnalare all’Agenzia delle Entrate gli utenti che superano tali limiti.
In caso di segnalazione, l’Agenzia potrebbe avviare controlli fiscali per verificare la natura dell’attività del contribuente.
Gli adempimenti che, a volte, sono obbligatori
Se il Fisco rileva che l’attività ha carattere continuativo, non aprire la Partita Iva e non dichiarare gli introiti può costituire un’irregolarità sanzionabile.
In sintesi:
- Un soggetto è libero di vendere beni usati e in qualsiasi quantità. Tuttavia, se l’attività diventa abituale, e la piattaforma lo segnala al Fisco, si può essere considerati esercenti.
- A quel punto, è l’Agenzia delle Entrate a chiedere spiegazioni.
- Il contribuente dovrà dimostrare la natura occasionale delle sue vendite. In caso contrario, dovrà:
- pagare le tasse;
- presentare le dichiarazioni dei redditi;
- inserire gli introiti anche nell’ISEE.