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Oggi: 05 Dic, 2025

Campari vende Cinzano: il gruppo Caffo lo compra per 100 milioni di euro

Storico cambio nel settore beverage: Cinzano e Frattina passano da Campari a Caffo, che punta all'espansione globale.
5 mesi fa
3 minuti di lettura
Cinzano

Campari vende Cinzano. È questa la notizia che ha scosso il mercato degli alcolici in Italia e all’estero. Uno dei marchi storici più iconici del made in Italy, simbolo del vermouth e dello spumante, passa ufficialmente nelle mani del Gruppo Caffo 1915, noto soprattutto per la produzione del Vecchio Amaro del Capo. L’operazione ha un valore complessivo di 103,75 milioni di euro e segna un momento decisivo nella strategia di riposizionamento del colosso milanese, sempre più focalizzato sui brand a maggiore valore aggiunto e con un’espansione globale più aggressiva. Per Caffo, invece, si tratta di un’acquisizione storica che ne rafforza il peso industriale e commerciale, non solo in Italia ma anche nei mercati internazionali.

La vendita di Cinzano non è un semplice passaggio di proprietà, ma l’emblema di un nuovo equilibrio nel settore degli spirit e dei vini aromatizzati. In gioco non ci sono solo numeri, ma reputazione, tradizione e visione strategica. Insieme a Cinzano, Campari cede anche il marchio Frattina, specializzato in spumanti e grappe. Entrambi verranno conferiti a una nuova società (NewCo) che farà capo interamente al Gruppo Caffo. La nuova fase è appena cominciata, e il suo impatto potrebbe cambiare l’assetto del mercato per gli anni a venire.

Un marchio simbolo dell’Italia nel mondo

Fondata nel 1757, Cinzano è una delle etichette italiane più note al mondo, sinonimo di aperitivo elegante e sapore tradizionale. Appartenuta al Gruppo Campari dal 1999, ha mantenuto nel tempo una presenza costante in oltre 100 Paesi, grazie a una rete distributiva solida e una riconoscibilità senza pari. Negli ultimi anni, però, il peso strategico del brand all’interno del portafoglio Campari è diminuito, a favore di altri marchi più redditizi o in rapida ascesa.

La decisione di cederlo si inserisce in una logica di semplificazione e potenziamento del core business. Campari intende concentrarsi su prodotti a maggiore margine e dal potenziale di crescita internazionale più accentuato, come Aperol, Campari Bitter, Grand Marnier o Wild Turkey. Il mantenimento di brand storici come Cinzano, pur rilevanti sul piano simbolico, rischiava di disperdere energie e risorse.

Per Caffo, invece, è la grande occasione per consolidarsi nel mondo degli aperitivi e dei vini da miscelazione. Il know-how già acquisito con Amaro del Capo potrà ora essere integrato con la tradizione e il prestigio di Cinzano, creando un polo tutto italiano con un’identità forte e radicata. La sinergia tra i marchi potrebbe essere la chiave per rilanciare le vendite in aree strategiche, senza snaturare l’anima dei prodotti.

Campari vende Cinzano: cosa include l’operazione

L’accordo prevede il trasferimento alla NewCo di numerosi asset legati ai marchi ceduti. Non si tratta solo della proprietà intellettuale, ma anche di magazzino prodotti, attrezzature per l’imbottigliamento, contratti commerciali e una parte del personale coinvolto nelle linee. I siti produttivi resteranno sotto la gestione di Campari, che continuerà a produrre i prodotti Cinzano anche per conto di Caffo in una fase di transizione.

In particolare, sarà Campari a garantire la continuità produttiva in alcuni mercati come l’Argentina, la Spagna e il Messico fino a quando Caffo non completerà il proprio piano di insediamento diretto.

Questa soluzione permette di non interrompere le forniture e di evitare criticità nella distribuzione, salvaguardando nel contempo i rapporti già in essere con i distributori esteri. In termini economici, la transazione si articolerà in due fasi: un pagamento iniziale di circa 25 milioni di euro, seguito da una seconda tranche di 78,75 milioni da versare entro il primo trimestre del 2025. L’operazione sarà finanziata interamente da Caffo con risorse proprie e accesso al credito bancario.

Le prospettive del settore dopo la cessione Cinzano

La mossa di Campari non sorprende gli analisti. Da tempo il gruppo punta a rafforzare la propria presenza nei segmenti premium e ultra-premium, lasciando spazio a marchi capaci di trainare la redditività complessiva. In quest’ottica, il disinvestimento da brand più storici ma meno redditizi diventa una scelta coerente. D’altro canto, Caffo punta a espandersi proprio su quei marchi dove la reputazione è alta e la penetrazione sul mercato può crescere con una gestione più flessibile e mirata.

La nuova gestione dei marchi potrebbe portare anche a una rivisitazione dei prodotti e del marketing. Si ipotizza il rilancio di alcune storiche referenze Cinzano ormai poco presenti sul mercato e un rafforzamento della componente digitale nella promozione. Il legame con la tradizione, però, resterà un punto fermo. Caffo ha già dichiarato di voler mantenere intatta la personalità dei marchi, valorizzando al contempo l’eredità italiana che rappresentano.

In conclusione, l’operazione rappresenta una svolta per il settore. Da un lato, Campari si alleggerisce per correre più veloce; dall’altro, Caffo acquisisce una potenza di fuoco in grado di cambiarne il profilo internazionale. Per i consumatori, l’auspicio è che la qualità e l’identità dei prodotti restino all’altezza della loro storia.

Riassumendo.

  • Campari ha ceduto i marchi Cinzano e Frattina al Gruppo Caffo per oltre 100 milioni di euro.
  • L’operazione include asset, personale e continuità produttiva transitoria in alcuni mercati esteri.
  • Caffo punta a rilanciare i marchi storici e rafforzare la propria presenza globale.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017, scrive per il web dal 2010.
Da autore letterario ha scritto il graphic novel Notteterna e la raccolta di racconti L'Orrore Dentro edita dalla Diana Edizioni.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia potrà mai replicare.

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