Paolo Barnard al MMT Summit di Rimini

A Rimini il 20 e il 21 ottobre e a Cagliari il 27 e il 28 ottobre si è tenuta la seconda conferenza nazionale sulla Modern Money Theory (MMT). La rassegna, alla quale hanno preso parte oltre duemila paganti, è stata l’occasione per il giornalista Paolo Barnard e gli economisti Matthew Forstater, Warren Mosler e Alain Parguez per illustrare come uscire dalla moneta unica e riavviare la crescita economica e occupazionale nel nostro Paese.

Riportiamo di seguito un estratto delle principali dichiarazioni rilasciate da Paolo Barnard a margine del convegno MMT: Non eravamo i PIIGS, torneremo Italia.

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SE USCIAMO DALL’EURO, IL PAESE TORNERÀ A ESSERE L’ITALIA

PAOLO BARNARD: «L’obiettivo di queste conferenze è illustrare ai cittadini e ai politici italiani esattamente come uscire dall’Euro e recuperare la sovranità monetaria, sfatando tutti i falsi miti dell’inflazione e della svalutazione. Se l’Italia esce dall’Euro, il Paese tornerà a essere una grande potenza industriale su scala mondiale e lo Stato riacquisterà la capacità di aiutare la cittadinanza e le aziende italiane creando infrastrutture e occupazione; stimolando i consumi e la crescita economica».

L’ITALIA DELLA “LIRETTA” ERA IL SETTIMO PAESE PIÙ RICCO AL MONDO. OGGI È UNO DEI PIIGS.

PAOLO BARNARD: «L’Italia della “liretta”, l’Italia dell’inflazione che doveva entrare in Europa era o non era il settimo Paese più ricco del mondo? L’Italia dell’Euro è o non è uno dei PIIGS, uno dei “maiali d’Europa”? L’Italia della Lira era un Paese economicamente forte e vantava il maggiore risparmio privato al mondo. Oggi siamo sprofondati nei “maiali d’Europa”. Questo è il risultato dell’Euro. Solamente ora l’opinione pubblica inizia a comprendere la necessità di tornare alle monete sovrane e ricercare nuove vie per porre la parola fine a questa tragedia economica».

LA MODERN MONEY THEORY (MMT) DEVE PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI

PAOLO BARNARD: «È una perdita di tempo partecipare al convegno solo per il gusto di ascoltare tre economisti di fama internazionale se poi non si passa dalle parole ai fatti. Quello che occorre fare è essere attivi sul territorio, sensibilizzare i cittadini, contattare gli esponenti politici, gli imprenditori e i dirigenti. Noi stiamo scrivendo un Manifesto di Salvezza Economica per l’Italia con l’augurio questo diventi davvero uno strumento importante e autorevole al servizio del cittadino».

LA VOGLIA DI CAMBIAMENTO ARRIVERÀ DAI CITTADINI, NON DAGLI ECONOMISTI

PAOLO BARNARD: «Non c’è alcun economista italiano che io conosca che abbia il coraggio di chiamare questa tragedia, questo crimine con il suo nome. Non c’è alcun economista italiano che abbia fatto una proposta che sia degna della gravità e dell’emergenza per le famiglie e per le aziende di questo Paese. Nelle università non s’insegna e non si pratica l’impegno politico che serve per salvare l’Italia. Nelle università si formano gli economisti che, nella maggior parte dei casi, non servono assolutamente a niente. La cosa importante è coltivare il cittadino partecipativo, non lo studente d’economia partecipativo. Le università da questo punto di vista sono relativamente importanti».

LE ÉLITE DI POTERE VIVONO NEL TERRORE CHE LA CITTADINANZA SI RIBELLI

PAOLO BARNARD: «Le élite di potere stanno andando di fretta, ma rischiano davvero di schiantarsi contro il muro della cittadinanza. Ieri, all’apertura del convegno, ho usato la “metafora dei bufali” per spiegare che cosa potrebbe presto accadere qui in Europa. Una grande mandria di bufali si accorge di essere più forte dei leoni che avevano catturato il bufalo più piccolo. Tornano indietro e salvano il cucciolo. Vi garantisco che se il cittadino realizzasse le proprie potenzialità, le élite europee si schianterebbero contro i nostri muri.

Come ha detto in maniera eccelsa uno dei nostri relatori, l’economista Alain Parguez, queste élite vivono nel terrore che la cittadinanza si ribelli. Contano sul fatto che questo non accada, ma hanno realmente il terrore che dovesse ciò accadere questi verrebbero completamente spazzati via. E ci vorrebbe davvero poco».

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