Vivere di rendita prima della pensione: quando si può attingere al fondo complementare in anticipo

Per vivere di rendita prima della pensione vediamo una cosa. Ovverosia, quando si può attingere al fondo complementare in anticipo. E questo proprio al fine di avere delle entrate fisse prima della maturazione dei requisiti per l'accesso alla prestazione pensionistica pubblica. Tutte le info.
3 anni fa
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Per vivere di rendita prima della pensione vediamo una cosa. Ovverosia, quando si può attingere al fondo complementare in anticipo. E questo proprio al fine di avere delle entrate fisse prima della maturazione dei requisiti per l’accesso alla prestazione pensionistica pubblica. Erogata dallo Stato italiano.

Perché vivere di rendita prima della pensione è possibile grazie proprio alla previdenza integrativa. Ma possibilmente iniziando a costruire la pensione di scorta già da giovani. Con la possibilità poi, come sopra detto, di attingere proprio dal fondo complementare in anticipo sotto certe condizioni.

Vediamo allora nel dettaglio come e quando. Ed in che percentuale.

Vivere di rendita prima della pensione: quando si può attingere al fondo complementare in anticipo

Nel dettaglio, per vivere di rendita prima della pensione occorre aver maturato le condizioni per poter esercitare il riscatto. Ed in tal caso si può chiedere un anticipo parziale oppure il riscatto totale per particolari esigenze.

Per esempio, considerando chi ha sottoscritto un Piano individuale pensionistico (PIP), vivere di rendita prima della pensione è possibile chiedendo il riscatto totale. A causa di periodi di disoccupazione prolungati. E precisamente non inferiore ai 48 mesi. Ma anche in caso di invalidità permanente grave o di premorienza. Ed in tal caso il riscatto totale sarà a favore degli eredi.

Si può attingere al fondo complementare in anticipo e parzialmente pure in questi casi

Per vivere di rendita prima della pensione e non solo, inoltre, con i PIP si può maturare il diritto al riscatto parziale. Fino al 75% per comprare la casa o per coprire spese mediche. Oppure fino al 30% per altre esigenze e senza alcun giustificativo. Ricordiamo infine che, con la riforma strutturale della previdenza pubblica dal 2023 del Governo Draghi, se andrà in porto, potrebbero esserci grosse novità anche e proprio dal fronte della previdenza integrativa.

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