Tutti i bonus casa e le detrazioni da sfruttare in più anni, ecco quando è facile perdere il diritto a scaricare dal reddito

Perdere una rata della ristrutturazione come detrazioni nelle dichiarazioni dei redditi è facile, ecco il caso degli incapienti.
5 mesi fa
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dichiarazione 730
Foto © Pixabay

Nella loro dichiarazione dei redditi, i contribuenti italiani possono sfruttare la detrazione per le spese sostenute nell’anno precedente. Questo vale per le spese sanitarie, per le spese di istruzione, per le spese per lo sport dei ragazzi e per tutti gli oneri detraibili previsti dal TUIR.

Il meccanismo in genere è sempre lo stesso: si possono scaricare nell’anno della presentazione della dichiarazione dei redditi solo le spese sostenute nell’anno precedente, e tutte in una volta, secondo un principio che è definito di cassa.

Le domande giunte in redazione

Tuttavia, ci sono degli oneri detraibili che non seguono questo principio e che devono essere scaricati in più anni. Questo produce un vantaggio per i contribuenti, che possono recuperare anche cifre ingenti in più anni di dichiarazione dei redditi, ma anche uno svantaggio, perché si rischia di non poter scaricare tutto.

“Buongiorno, ho presentato la dichiarazione dei redditi con il modello 730/2024. Credevo di avere diritto a recuperare i miei soliti 3.000/3.500 euro per via della ristrutturazione 2020 che ho avviato a casa. La notizia è che non potrò recuperare nulla, dal momento che nel 2023 non ho avuto redditi fatta eccezione per i tre mesi finali dell’anno, gli unici mesi in cui ho lavorato. E così, con la dichiarazione dei redditi, mi hanno detto che recupererò 300 euro e basta. Secondo voi, cosa posso fare per non perdere i 3.500 euro di detrazione che mi spettano per via delle opere di ristrutturazione? Sono tre anni che prendo esattamente questa cifra di rimborso e mi dispiacerebbe perdere un anno di detrazione. Premetto che nel 2024 sto lavorando di continuo e che questo problema l’anno venturo potrei non averlo.”

Tutti i bonus casa e le detrazioni da sfruttare in più anni: ecco quando è facile perdere il diritto a scaricare dal reddito

Come per qualsiasi altra spesa detraibile, anche le opere di ristrutturazione possono essere scaricate tanto nel modello 730 quanto nel modello Redditi Persone Fisiche.

Le spese di ristrutturazione devono essere portate in detrazione per dieci annualità consecutive. Prendiamo ad esempio un contribuente che ha ristrutturato casa spendendo, in un determinato anno di imposta, 40.000 euro.

Questo contribuente, se ha chiesto i benefici della detraibilità delle opere di ristrutturazione, potrà scaricare 20.000 euro e recuperare questo importo come sgravio fiscale, ma di fatto scaricando i 20.000 euro in dieci anni di modello 730 o di dichiarazione dei redditi consecutive.

Questo è un caso raro, perché le detrazioni in genere seguono il principio di cassa, e quindi si può scaricare una spesa detraibile l’anno successivo a quello in cui il contribuente l’ha sostenuta.

Solo per queste opere di ristrutturazione non vale il principio di cassa, perché in genere si tratta di grandi cifre che, per tornare indietro come sgravio, devono necessariamente essere spalmate in più anni di dichiarazione.

Come sfruttare le detrazioni nelle dichiarazioni dei redditi

Nel modello 730 il contribuente può scaricare la spesa per la ristrutturazione di casa al 50% oppure in percentuali più alte grazie a Sisma bonus, Ecobonus o Superbonus. Ma solo nel caso in cui un contribuente abbia la giusta capienza fiscale può ottenere il ristoro sotto forma di sgravio per quanto ha speso in ristrutturazione. Una capienza fiscale che deve essere in linea con l’importo della rata e che va ribadita anno dopo anno. Basta un anno di incapienza e si rischia di perdere per sempre molti soldi di detrazione.

Infatti, se un contribuente in un determinato anno è incapiente, non potrà recuperare quanto perduto in quell’anno nelle annualità successive.

Anche chi è sempre stato capiente può diventare incapiente, ad esempio, chi ha perso il lavoro o ha ridotto il suo reddito in un determinato anno di imposta.

Meno reddito, meno stipendio e quindi meno IRPEF versata.

Diventare incapienti è facile purtroppo

I rimborsi fiscali non sono un regalo del fisco, ma sono solo il recupero di tutte o di una parte delle tasse pagate. Chi non paga tasse non recupera nulla, nemmeno se ha oneri detraibili ingenti. Il problema dell’incapienza, per quanto riguarda il Superbonus al 110%, è stato risolto grazie a cessioni del credito e sconti in fattura. Si tratta di soluzioni alternative alla classica detrazione. Che di fatto consentono a un contribuente di recuperare la detrazione anche senza sfruttarla materialmente nelle proprie dichiarazioni dei redditi. Ovvero cedendo il credito fiscale a un’impresa che effettua i lavori o a una banca.

In questo modo, anche un incapiente ha potuto recuperare il bonus. Chi, come il nostro lettore, da capiente diventa incapiente, rischia di perdere anni e rate di sgravio fiscale. Essendo lungo il periodo di ammortamento di un’opera di ristrutturazione, riuscire a recuperare tutto può essere un’impresa ardua.

Il nostro lettore ne è un esempio lampante. Anche se a conti fatti doveva recuperare 3.500 euro all’anno, avendo versato solo 300 euro di IRPEF nel 2023, nel 2024 recupererà solo 300 euro. Perdendo per sempre 3.200 euro di uno sgravio che inizialmente gli era dovuto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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