Il tema del terzo mandato torna a infiammare il dibattito politico e crea nuove tensioni all’interno della maggioranza. In particolare, la questione riguarda l’opportunità o meno di modificare la norma che impedisce a sindaci e presidenti di Regione di ricandidarsi per un terzo mandato consecutivo, dopo due mandati pieni. Una misura pensata originariamente per favorire il ricambio politico, ma che oggi viene messa in discussione da alcuni esponenti del centrodestra.
Terzo mandato, pressing della Lega per modificare la norma
La Lega è in prima linea nel chiedere un cambiamento. L’obiettivo dichiarato è permettere ai presidenti di Regione come Luca Zaia (Veneto) o Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), entrambi molto popolari, di candidarsi nuovamente.
Il partito di Salvini spinge quindi per una modifica normativa che cancelli il tetto dei due mandati consecutivi.
Secondo la Lega, il limite attuale non tiene conto del consenso popolare e penalizza amministratori apprezzati. In quest’ottica, la regola verrebbe letta come un vincolo burocratico, non più adatto al contesto politico odierno.
Il no di Fratelli d’Italia e Forza Italia
Di parere opposto Fratelli d’Italia e, in parte, anche Forza Italia. Il partito di Giorgia Meloni si mostra prudente e, in alcuni casi, contrario a una modifica che potrebbe apparire come una mossa ad personam, mirata a favorire alcuni esponenti della Lega. FdI sottolinea la necessità di rispetto delle regole, della trasparenza e della coerenza: cambiare la legge solo per consentire nuove ricandidature rischia di dare un messaggio sbagliato agli elettori.
Anche Forza Italia mostra freddezza, pur senza una chiusura totale. Alcuni esponenti del partito ricordano come la norma sui due mandati sia stata pensata per garantire un sano turnover, evitando che certe cariche diventino permanenti.
Tuttavia, si lascia aperto uno spiraglio al confronto, chiedendo però che la discussione venga fatta in Parlamento, senza scorciatoie.
Terzo mandato, rischio di uno scontro istituzionale
Il tema è diventato quindi un punto di frizione interno alla maggioranza. Un eventuale intervento legislativo potrebbe alimentare polemiche e dividere ulteriormente le forze di governo, con ripercussioni anche sugli equilibri regionali. In Veneto, ad esempio, Luca Zaia ha concluso il secondo mandato ma resta una figura centrale per la Lega e per molti cittadini: l’impossibilità di ricandidarsi potrebbe aprire un vuoto difficile da colmare.
Il dibattito, per ora, resta aperto. La Lega promette battaglia, Fratelli d’Italia prende tempo e Forza Italia si muove con cautela. Sullo sfondo, si intravede una partita politica più ampia, che riguarda non solo il futuro di alcuni amministratori, ma anche gli equilibri fra le componenti del centrodestra.
Il nodo del terzo mandato è destinato a rimanere una delle questioni più delicate dei prossimi mesi. Se la maggioranza non troverà una linea comune, il rischio è che la discussione si trasformi in uno scontro frontale. Intanto, i presidenti di Regione coinvolti restano alla finestra, in attesa di capire se la legge cambierà o se dovranno farsi da parte.
La risposta, ancora una volta, sarà politica.
I punti più importanti.
- La Lega spinge per abolire il limite dei due mandati per presidenti di Regione.
- Fratelli d’Italia e Forza Italia esprimono riserve e chiedono rispetto delle regole.
- Il tema crea tensioni nella maggioranza e potrebbe influenzare gli equilibri politici.