E’ tornata a circolare nelle ultime ore la paura per il ritiro della patente per coloro che vengono beccati con WhatsApp alla guida dell’auto. Le ricerche sono aumentate negli ultimissimi giorni con il trend codice della strada 2017, notizia molto in voga qualche mese fa, diciamo intorno al mese di maggio per la precisione, ma ora improvvisamente nuovamente in auge.

WhatsApp, altra tegola per la app, ma niente di nuovo questa volta

A volte sembra proprio che il mondo sia in guerra contro WhatsApp, anche questa volta la famosa applicazione di messaggistica deve vedersela con una polemica che la vuole fortemente al centro del problema.

Possiamo dire però che stavolta non vi è nulla di nuovo, probabilmente l’aumento delle ricerche in rete su questo tema è arrivato dopo l’ennesima catena di Sant’Antonio che da ormai anni martorizza gli utenzi della app.

In sintesi. Il codice della strada non fa alcun preciso riferimento in merito al ritiro della patente con WhatsApp, insomma si tratta della solita bufala che corre in rete per spaventare gli utenti della chat verde e creare queste spaventose catene con messaggi che arrivano da tutte le parti, fino a sfociare sui social network. Va da sé che ovviamente, come qualsiasi utilizzo inopportuno del telefonino, anche quello di WhatsApp va punito se abbinato alla guida. Insomma, tutti sappiamo che quando si sta al volante, non si fa altro, né che si tratta di mangiare un panino, né tanto meno di parlare al telefono o inviare un messaggio. Al conducente non si parla, recitava il cartellone all’interno degli autobus. Lo abbiamo dimenticato?

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WhatsApp e codice della strada

Andiamo ora a vedere nel dettaglio cosa recita il comma 2 dell’articolo 173: “è vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici, ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, c.11, e di polizia’; mentre il comma 3 bis, dove si parla delle sanzioni, afferma: ‘Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 160 ad euro 646. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un’ulteriore violazione nel corso di un biennio”.

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