Eccolo qui, arriva il virus che fa il ritocchino al vostro smartphone e vi rovina per sempre. Si chiama Riltok, nome che suscita sicuramente ilarità, ma che per le azioni che compie non fa affatto ridere, è infatti in grado di svuotarvi il conto bancario.

Virus Riltok, trojan per home banking

Ritok è un banking trojan mobile, significa che è un malware che mira esclusivamente all’home banking del vostro smartphone. Non lo troverete su desk e non punterà alle foto e video delle vostre cartelle private.

Insomma, va dritto al sodo, i vostro soldi, e usa i dispositivi mobili per farlo. Funziona tramite un app che vi chiede appunto il consenso di agire sui vostri dati, naturalmente spacciandosi per un altra applicazione. Scoperto per la prima volta in Russia nel 2018 da Kaspersky Lab, ora Riltok ha varcato i confini russi e la società che sviluppa il noto antivirus lo ha già intercettato in altri paesi.

Ebbene sì, questo terribile trojan che si sta dimostrando più forte di quanto inizialmente si pensava, è arrivato adesso anche in Italia. Ma come funziona questo virus terribile? Innanzitutto arriva alla vittima un SMS che promette un premio in denaro. Per riceverlo invita a cliccare su un link. Una volta aperto il link si apre una pagina web che invita ad effettuare il download dell’app, e chiede poi le autorizzazioni necessarie per farla agire sul device, un po’ come in realtà fanno tutte le app, ma in questo caso il consenso vi stronca.

A questo punto, infatti, per prima cosa Riltok va a sbirciare nei vostro SMS, poi si scarica la vostra rubrica e parte all’attacco dei vostro contatti con altri messaggi. Infine, va a vedere qual è la vostra banca online e ne simula una pagina per farvi accedere al suo interno e rubare quindi la pass.

A quel punto trasferisce i vostri soldi su un nuovo conto e ne occulta la notifica. Insomma, verrete derubati e non ne sarete nemmeno informati. Cosa fare per difendersi? Innanzitutto, mai cliccare sui link che ci arrivano da SMS, inoltre quando diamo le autorizzazioni alle app, cerchiamo di ragionare prima di accettare tutto, e chiediamoci se l’app in questione ci sta chiedendo legittimamente di agire sul nostro smartphone o se la sua richiesta è un po’ sospetta.

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