Arriva un’app che potrebbe davvero dare la svolta a quella che è la consapevolezza degli internauti sul mondo della privacy, ecco Rita, l’applicazione che permette di scoprire cosa sanno di noi i grandi Big del web come Facebook e Google. Scopriamo insieme il funzionamento dell’app e quali sono i criteri seguiti.

Rita, l’app per la privacy

La sigla dell’app sta per Right to Access, e si propone di fornire i suoi utenti tutte le informazioni relative ai database che i Big Tech archiviano su di noi.

La possiamo trovare sia sullo store di Android che su quello iOS, ed è stata creata da Guglielmo Schenardi e John Arts, due studenti dell’Escp Business School. L’idea nasce nel 2018, quando entra in vigore la nuova legge sui Gdpr, ecco le parole dei due protagonisti che ricordano la genesi del progetto: “Per avviare il progetto all’inizio abbiamo deciso di affidarci a dei freelence, ma da settembre abbiamo creato un vero team di 9 persone sparse in tutto il mondo”.

Si tratta di un team di ragazzi poco più che ventenni, ma pieni di ambizione e già con qualche interessante esperienza professionale alle spalle. Quel che conta però è soprattutto l’idea di voler rispondere a un’esigenza che sta particolarmente a cuore in quest’era, ovvero il problema della privacy sul web. Al momento Rita riesce a tracciare il database di Facebook e Google, ma si promette di aggiungere altri social e app in futuro, come ad esempio Instagram e Spotify.

Il funzionamento dell’app Rita

Come funziona questa applicazione? Naturalmente, una volta scaricata l’app bisognerà associarla agli account in analisi. Sarà innanzitutto possibile accedere all’elenco dei siti che si stanno tracciando o agli interessi per i quali siamo raggiunti da annunci targettizzati. Sarà inoltre possibile accedere a tutto il database di Facebook per scoprire cosa ha archiviato sulla nostra persona.

Sarà in fine possibile leggere l’elenco degli annunci con cui abbiamo interagito oppure la lista di geolocalizzazioni archiviata da Google.

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