Sono passati alcuni mesi dalla rivelazione shock della Cia, secondo cui Huawei e ZTE spierebbero gli utenti attraverso gli smartphone. L’accusa è di quelle pesanti, ma dobbiamo dire che i chiamati in causa hanno incassato con nonchalance e andato avanti come se niente fosse senza offrire uno straccio di smentita.
Smartphone Huawei ci spiano?
Smartphone cinesi che ci spiano per vendere poi le informazioni al governo del proprio paese, fantapolitica p realtà? Cosa c’era quindi di vero dalle accuse lanciate dagli Usa verso i device cinesi? E’ bene precisare che sul banco degli imputati non ci finì soltanto Huawei, anche se qui si tratta del nome più altisonante, la terza potenza mondiale nel mondo degli smartphone, superata nelle vendite solo da Samsung e Apple.
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In un primo momento infatti i complottisti vedevano nello sfogo dei servizi segreti a stelle e strisce un’uscita esagerata atta solo a contrastare l’ascesa economica di certe realtà antagoniste, ma forse le cose non stanno realmente così. Ricordiamo a tal proposito le parole pronunciate dal capo della Cia: “Siamo profondamente preoccupati per i rischi derivanti dal consentire a qualsiasi azienda di acquisire posizioni di potere nelle nostre reti di telecomunicazioni“. FBI, CIA e NSA hanno consigliato ai cittadini americani di non acquistare gli smartphone. Secondo loro “integrano funzioni in grado di modificare o rubare informazioni private e attuano un vero e proprio spionaggio non rilevabile all’utente“.
J’accuse pesantissime che però hanno trovato scena muta dall’altra parte. Ci si aspettava infatti una dichiarazione ufficiale a caratteri cubitali sul proprio sito, un comunicato stampa a livello mondiale, invece Huawei rispose con un suo piccolo portavoce dicendo che appunto gli USA erano poco favorevoli alla loro ascesa nel mercato statunitense.
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