Una nuova tegola colpisce gli utenti di Facebook, stavolta quelli inattivi. La società ha infatti informato che anche coloro che non usavano l’app da 90 giorni sono finiti nel mirino di aziende terze e i loro dati raccolti da altre app, cosa che era stata esplicitamente vietata nella nuova policy a seguito dello scandalo di Cambridge Analytica.

Facebook, nuovo problema privacy

Possiamo far rientrare tale mancanza nell’ennesimo problema della privacy, anche se questa volta sembra che il social centri relativamente poco.

Trafugati i dati di alcuni utenti inattivi. Le nuove regole di Facebook vietavano ad aziende terze questi tipo di pratica, ma a quanto pare serve una maggiore voce grossa da parte del colosso dei social per farsi sentire dagli altri sviluppatori. Al momento comunque non è chiari di che tipi di dati si stia parlando, ecco le parole rilasciate sulla pagina:

“Non ci sono prove di una possibile condivisione di informazioni non autorizzate dalle persone quando hanno effettuato l’accesso a tali app tramite Facebook”. Poco chiara la situazione anche sul timing, non sappiamo infatti da quanto tempo questa possibile condivisione di aziende terze vada avanti. Non viene specificato nemmeno il numero indicativo degli utenti interessati.

Cosa sappiamo quindi? Solo che circa 5000 sviluppatori avrebbero ottenuto dettagli personali degli utenti negli ultimi mesi. Nonostante la poca chiarezza delle informazioni rilasciate, c’è comunque il lieto, fine o almeno così ci viene raccontato. Facebook infatti afferma di aver risolto il problema il giorno successivo alla sua scoperta, ovvero le aziende che avevano ottenuto illecitamente queste informazioni sono state fermate. La stesso Facebook comunque si dice interessata a voler proseguire nelle indagini.

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