Scatta la polemica sulle linee guida di Facebook relative agli insulti sui personaggi pubblici. Secondo il reportage di The Guardian, contro i personaggi famosi è perfino possibile augurar loro la morte.

Facebook, linee guida pericolose

La legge è uguale per tutti, anzi no. E per fortuna, aggiungiamo noi in questo caso. Ecco una cosa dove i comuni mortali, noi poveri insignificanti personaggi dell’universo, siamo superiori ai vip, siamo infatti più tutelati dai social, e protetti da eventuali insulti. Le linee guida di Facebook per gli utenti comuni sono infatti incontrovertibili, non si può insultare gli altri utenti, punto e basta.

Nel caso dei vip invece le cose cambiano, ecco come ha risposto ufficialmente proprio Facebook all’inchiesta del Guardian: “Per i personaggi pubblici rimuoviamo attacchi severi così come alcuni post in cui la perso a è taggata direttamente. Per gli individui privati, la nostra protezione va oltre: rimuoviamo contenuti che vogliono degradare o insultare. Inclusi, ad esempio, i riferimenti all’attività sessuale”.

Il motivo di questa scelta è che per i personaggi famosi si vuole tendere a incrementare il dibattito, anche quello negativamente critico, quindi con commenti che siano diretti in modo negativo verso l’opera della persona famosa. Ma a questo punto c’è da chiedersi, come si valuta chi è famoso? In buona sostanza infatti, oggi proprio grazie ai social tutti possono essere famosi per qualcuno. Il concetto è diventato infatti molto relativo, pensiamo agli influencer. Sostanzialmente sono persone comuni, eppure hanno un grande seguito sui social, sono dei vip appunto.

Ecco quindi che scatta la vera e propria regola per discriminare famosi da non famosi: avere almeno 100mila follower. Non solo: se sei menzionato nel titolo, sottotitolo o preview in più di 5 articoli negli ultimi due anni sei un personaggio pubblico per il social, quindi non soggetto a profonda protezione dal social stesso.

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