Omaggio speciale da parte di Google al grande Eugenio Montale. Arriva il dodle celebrativo che ne commemora la nascita del 12 ottobre di 125 anni. Ecco alcune delle sue frasi più belle.

Eugenio Montale, la nascita di un poeta

Non solo poeta, ma anche saggista, giornalista, traduttore, critico letterario e musicale e perfino politico. Eugenio Montale è stato un intellettuale a tutto tondo che si è destreggiato con sapienza e poesia tra i vari momenti sociali del sapere. Ha segnato il suo tempo e il suo paese, divenendo punto di riferimento dopo il fascismo.

Nel 1975 è stato premiato con il Nobel per la letteratura. È nato a Genova nel 1896, è morto a Milano il 12 settembre del 1981.

Ma veniamo alle sue frasi, quali sono quelle più belle da ricordare? Ecco una serie di aforismi per apprezzare l’opera e il pensiero del poeta, o magari anche da utilizzare come quelle frasi che tanto cerchiamo quando vogliamo rivolgere un pensiero a qualcuno sui social, un modo per dire in modo speciale un pensiero speciale.

Eugenio Montale, le farsi più belle

L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità. (da Il volo dello sparviero)

Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo. (da È ancora possibile la poesia?, discorso pronunciato alla premiazione del Nobel nel 1975)

E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com’è tutta la vita e il suo travaglio / in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia (da Meriggiare pallido e assorto)

Piove ma dove appari / non è acqua né atmosfera, / piove perché se non sei / è solo la mancanza / e può affogare. (da Piove)

La dannazione / è forse questa vaneggiante amara / oscurità che scende su chi resta. (da Stanze)

Felicità raggiunta, si cammina / per te sul fil di lama. / Agli occhi sei barlume che vacilla, / al piede, teso ghiaccio che s’incrina; / e dunque non ti tocchi chi più t’ama. (da Felicità raggiunta)

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