Si chiama L’economia sommersa dei dati il report diffuso da Intel Security ed elaborati dal McAfee Labs per comprendere il valore del mercato nero dei nostri dati che avviene sotto la superficie del web, ovvero in quel profondo web dove i criminali informatici pagano e vendono i nostri dati personali sottratti da e-mail di phishing e da altre azioni di hackeraggio. La punta di diamante di questo mercato è composta dai dati di carte di credito e carte di debito, dati di accesso a conti bancari, conti fedeltà, trasferimenti di denaro, informazioni sensibili relative ai pagamenti online, servizi di contenuti premium, aste online e reti aziendali.

Il valore di questi dati cambia in base alle esigenze del malintenzionato interessato ad acquistarli: un numero maggiore di dati, infatti, costano di più, così come costano di più i dati di accesso a conti bancari che custodiscono determinati importi.   Gli analisti di Intel Security hanno inoltre catalogato per fasce di prezzo le offerte messe a disposizione nel deep web. Il pacchetto base, ad esempio, include il numero del conto principale, la data di scadenza della carta e il codice CVV2. Se a questo pacchetto si aggiungono altri dati come alcuni dati personali della vittima, codici PIN e PAN, username e password per gestire l’account online della carta, l’asticella del prezzo sale: si va così dai 25 dollari per un pacchetto base ai 45 dollari per un pacchetto completo, ma in Europa si elencano cifre più alte e importanti. Il prezzo sale anche relativamente all’ammontare della disponibilità presente sul conto in banca della vittima. Così per un conto che ha un saldo di 20 mila dollari si arriva fino a 1.200 dollari.   Lo stesso dicasi per PayPal: le credenziali di accesso alla carta prepagata infatti costano di più se il saldo del conto è alto: si parla di una cifra che oscilla tra i 20 e i 50 dollari per un conto che abbia tra i 400 e i 1.000 dollari depositati.
Se il saldo invece galleggia tra i 5 mila e gli 8 mila dollari, allora il prezzo di acquisto può salire fino a 300 dollari. Ciò che fa specie è vedere quanto sono bassi i prezzi per dati di valore così alto: informazioni private e personali che vengono letteralmente svendute dai malintenzionati per favorire le azioni dei malintenzionati. Inoltre, tra i servizi che registrano una elevata crescita in questo mercato, spiccano anche quelli dei provider di contenuti streaming e pay tv: Netflix, ad esempio, è uno dei servizi su cui pesa di più questa branca del mercato nero.   Un’altra delle “merci” più acquistate sono i classici dati personali della vittima: una vera e propria carta d’identità del malcapitato che finisce spesso su Alphabay, portale di riferimento per chi è interessato a rubare un’identità, sul quale si possono trovare delle vere e proprie “schede” comprensive di profili completi di persone. Per ulteriori informazioni, clicca sul report L’economia sommersa dei dati.