Dalla collaborazione tra l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Torino e l’Università della Pennsylvania è in corso di sviluppo un’applicazione per smartphone e tablet in grado di aiutare l’agricoltura biologica e introdurre i contadini nell’era 2.0. Con l’avanzare prepotente e necessario del Km 0 e la richiesta sempre più diffusa delle coltivazioni naturali, la tecnologia può contribuire in modo molto importante allo sviluppo e al miglioramento dell’agricoltura bio. L’app in questione, infatti, sarà in grado di monitorare in tempo reale i modi di coltivazione dei campi e di segnalare le zone nelle quali effettuare interventi finalizzati a combattere le malattie delle piante, riducendo così drasticamente l’utilizzo dei pesticidi.

 

Come può un’applicazione aiutare l’agricoltura bio?

I dati raccolti dall’Ipsp di Torino coprono oltre 20 anni e riguardano prevalentemente le infezioni virali: queste informazioni sono considerate un “tesoro statistico“, unico nel panorama mondiale, senza il quale non sarebbe stato possibile lo sviluppo del prototipo dell’applicazione. Attraverso il confronto tra i dati incrociati relativi a meteo e posizione geografica correlati con le informazioni sulla crescita delle piante e la possibile presenza di parassiti, si è andato così a formare un patrimonio di dati unico nel suo genere che, elaborato statisticamente, potrà portare a evitare lo sviluppo delle infezioni virali anche grazie all’utilizzo di altri parametri come il livello di umidità dell’aria, le caratteristiche del terreno coltivato e ovviamente la temperatura.   L’applicazione, conseguentemente, porterà i contadini “2.0” a ricevere sul proprio smartphone o tablet una vera e propria mappatura personalizzata che calcoli stime e proiezioni di possibili attacchi infestanti e che li aiutino dunque a gestire meglio il proprio terreno e raccolto. Non mancherà infine la possibilità di condividere le informazioni raccolte e le migliori strategie atte a difendere il raccolto.

  Insomma, con i droni e le applicazioni, l’agricoltura comincia a farsi tecnologica.