Un’irresistibile tentazione, un inestinguibile piacere: il Food Porn non è una nuova pratica sessuale e neppure un genere di film erotici con il cibo come protagonista. O meglio, l’erotismo c’è e il cibo protagonista pure, ma in un contesto diverso: quello dell’esibizione della cosa che, almeno a noi italiani, piace (quasi) più di ogni cosa: il cibo. E piace anche all’estero. Non è un caso che siano nati social network o aggregatori di notizie appositamente pensati per postare foto di ricette e piatti pronti a essere gustati.

Inutile stare a puntare il dito: un bel piatto ricco fotografato piace a tutti, anche ai detrattori del Food Porn, solo che denigrarlo è cool, fa tendenza, perché si va controcorrente. Forse è solo quell’etichetta che infastidisce e brutalizza: il Food Porn è sempre esistito, ma un tempo si trovava nei libri di ricette.   LEGGI ANCHE Cos’è il selfie e perché è diventato un fenomeno popolare  

Food Porn: quell’irresistibile peccato che ti prende alla gola e agli occhi

C’è chi afferma che la leggenda dice che il cibo possa essere mangiato senza essere prima fotografato. Eppure c’è della sessualità nel cibo, c’è un’estetica nella preparazione di una particolare ricetta, c’è un godimento sensuale e appagante nell’ammirare la foto di un piatto su un libro o su una pagina web. Basta fare un salto su Foodgawker.com per farsi prendere la gola, ma soprattutto gli occhi. Tra semplici (ma neppure troppo) insalatine, strati di torta al cioccolato contornati da more, pomodori ripieni di gamberi e cous cous, ricche macedonie e zuppette esotiche, c’è solo l’imbarazzo della scelta nel decidere quale piatto cominciare a preparare per la cena. Dite la verità, solo a leggere il paragrafo sopra vi è venuta fame? Figuratevi allora se vedete le foto. La stessa cosa la potete fare su Tastespotting.com, altro sito geniale che raccoglie foto e immagini di piatti deliziosi arricchiti da brevi descrizioni e link ai blog di appartenenza.

Anche qui potete trovare piatti semplicissimi e più ricercati, tra mini-hamburger, budini di mango, ravioli di zucchine o semplici paste pomodoro e mozzarella. La conoscete tutti la frase “Solo a guardarlo ho già lo stomaco pieno”, no? Ecco, questa è un’affermazione emblematica di come il cibo possa essere un piacere non solo per le nostre papille gustative, ma anche per gli occhi. Una goduria visiva che si metta in risalto sotto l’aspetto estetico e che allo stesso tempo dia una scossa al cervello per risvegliare il palato. Emerge nell’utente osservatore sia la voglia di fare quel piatto, di poter plasmare con le proprie mani quella ghiotta creazione, sia naturalmente la volontà di assaggiarlo, di mangiarlo. Più un piatto è ben fatto, più viene la voglia di mangiarlo, anche se su quel piatto troviamo una semplice pasta alla carbonara. L’importante è la disposizione: l’alta cucina lavora così, fa mangiare con gli occhi, prima che con la bocca. Il Food Porn è l’alta cucina (a volte proprio non riuscitissima) applicata a livello democratico: che sia un cocktail preparato con dovizia di particolari, un sandwich vegetariano o un gelato artigianale, l’utente viene spinto da una pulsione irrefrenabile: il desiderio. Una pulsione che è simile a quella che si prova nel vedere una bella donna  o guardare un uomo prestante. La sessualità del cibo sta così nella sua ricercatezza, nel suo esotismo, nel rendere bella la semplicità. E ovviamente nella possibilità di sognare il possesso di quel piatto, di ricrearlo e infine di gustarlo. Se volete un altro sito sul quale sbizzarrirvi, recatevi su food.dailybuzz.com: anche qui ne troverete delle belle e, soprattutto, delle buone.