Continua il calo delle criptovalute, si parla ormai di crollo quasi verticale, mentre molti analisti decretano che la bolla sta ormai scoppiando. Il valore sceso di 1.300 miliardi in 14 giorni, cosa sta succedendo?

Criptovalute, perché scendono?

Elon Musk ha ucciso i Bitcoin, ma perché tutte o quasi ora stanno facendo la sua stessa fine? A dire il vero, ci sono delle eccezioni, ma riguardano poche stablecoin che non sono tra le prime 100. Cardano, Polkadot e Polygon avevano provato a resistere. Il primo si era piazzato al terzo posto, scavalcando proprio una delle crypto più in difficoltà, Dogecoin.

Momento positivo anche per Polkadot. Lo scambio infatti era arrivato a 39 dollari, +6,2% rispetto alla settimana precedente. Tra le Altcoin in controtendenza c’era anche Polygon. Non è certamente una crypto di nicchia, ma è comunque ancora distante dalla top ten. Ad ogni modo la sua crescita è storica, +97,7% rispetto a 7 giorni fa, e ora scambia a 1,72 dollari. Alla fine però tutte hanno capitolato nell’ultimo weekend.

C’è dunque chi parla di crollo verticale. Infatti, dopo aver raggiunto il record di 2.600 miliardi di dollari, il mercato delle criptovalute è andato incontro a un crollo di oltre il 50% in soli 11 giorni. In quanto bitcoin, ether, dogecoin e cardano sono crollati rispettivamente del 31%, 47%, 43% e 50% nell’ultima settimana. Ma quali sono i motivi di questo crollo? Al di là dei trend che personaggi come Musk possono guidare e che certamente sono indicativi e denotano una instabilità ormai troppo evidente per tali monete, c’è chi suggerisce che il reale motivo di questa crisi sia la decisione della Cina.

Criptovalute, colpa della Cina

La cripto-regolamentazione cinese potrebbe essere la vera causa di questo crollo. Lo scorso venerdì le autorità cinesi sono impegnate a reprimere il comportamento di mining e trading di Bitcoin nel tentativo di controllare “risolutamente” i rischi finanziari. C’è però chi individua anche altre importanti ragioni per spiegare e motivare questo crollo.

A conti fatti, secondo alcuni analisti, l’impatto delle crypto nel mondo reale è ancora troppo blando, quasi minimo. Ciò significa che ancora troppe persone non vedono una reale utilità nell’investire in questa valuta.

A questo si aggiunge il fatto che le aziende si stanno dimostrando incredibilmente lente nell’adottare blockchain. Non basta? Possiamo aggiungere, come abbiamo visto con il caso cinese, che non tutti i governi guardano con favore a questa nuova possibile forma di economia. La Cina infatti non è l’unica ad opporsi, a dire il vero anche il nostro premier Draghi tempo fa si espresso in maniera sfavorevole. Infine, le crypto potrebbe avere anche un difetto congenito di base, ossia concettualmente proporre qualcosa di inarrivabile. Ci riferiamo alla decentralizzazione proposta, cosa che in realtà si è dimostrata al momento essere irreale, visto che solo 2155 indirizzi possiedono quasi il 42% di tutti i Bitcoin, mentre il 66,6% di tutti i Dogecoin in circolazione è di proprietà di soli 99 indirizzi.

Potrebbe interessarti anche Mastercard e criptovalute, i sondaggi sono favorevoli, ma niente Bitcoin