Tassa UE su tabacco: stangata in arrivo? Possibili rincari fino a 1 euro a pacchetto

La Commissione UE penserebbe a una tassa sul tabacco che potrebbe rivoluzionare prezzi, consumi e politiche fiscali in tutta Europa.
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1 mese fa
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tassa ue tabacco
Foto © Investireoggi

Un’ondata di aumenti sui prodotti del tabacco potrebbe profilarsi all’orizzonte europeo. La Commissione Europea sarebbe al lavoro su una riforma della direttiva sulle accise del tabacco (TED – Tobacco Excise Directive), che potrebbe comportare un significativo rialzo dei prezzi al dettaglio in molti Paesi membri, tra cui l’Italia.

Il cuore della proposta sarebbe una revisione complessiva del regime fiscale applicato ai prodotti contenenti nicotina, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare le politiche di salute pubblica, ma anche di uniformare il trattamento fiscale nei diversi Stati dell’Unione.

Nuova Tassa UE su tabacco: un piano ambizioso per aumentare le accise

Il progetto, promosso dal commissario europeo Wopke Hoekstra, mirerebbe a introdurre un incremento imponente delle accise su tutte le categorie di prodotti a base di nicotina: dalle sigarette tradizionali al tabacco trinciato per rollare, dai sigari ai dispositivi di nuova generazione, comprese le sigarette elettroniche, i prodotti a tabacco riscaldato e le recenti bustine di nicotina.

Secondo le prime stime, la revisione potrebbe generare un rincaro pari a circa 1 euro per pacchetto di sigarette venduto in Italia, una variazione che si farebbe sentire in maniera marcata sul bilancio dei consumatori abituali. Ma il dato ancora più allarmante sarebbe rappresentato dalle percentuali di aumento previste per le accise: si ipotizzano aumenti del 139% sulle sigarette, del 258% per il tabacco sfuso e un incredibile +1.090% per i sigari. Una stretta fiscale senza precedenti che, se adottata, cambierebbe radicalmente la struttura del mercato.

Impatti economici e sociali attesi

La nuova “tassa UE su tabacco”, se attuata nei termini attualmente previsti, porterebbe a un rialzo dei prezzi al consumo superiore al 20% in Italia.

Un aumento di tale entità avrebbe effetti non solo sulle abitudini dei fumatori, ma anche sull’intero comparto commerciale legato alla distribuzione del tabacco.

In Italia, dove i margini di guadagno dei rivenditori sono già fortemente compressi, un rincaro improvviso rischierebbe di colpire sia i piccoli esercenti sia le fasce più vulnerabili della popolazione, ovvero quelle in cui la dipendenza dal fumo è più radicata. Sul piano macroeconomico, la misura potrebbe generare una crescita del gettito fiscale, ma anche spingere parte dei consumi verso il mercato nero.

La posizione italiana: un modello sotto esame

La proposta europea avrebbe già provocato reazioni critiche da parte del governo italiano. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avrebbe espresso forti perplessità, sottolineando l’efficacia del modello fiscale attualmente in vigore in Italia. Secondo Giorgetti, l’architettura attuale rappresenta un compromesso efficace tra tre obiettivi cruciali: promozione della salute pubblica, garanzia di entrate fiscali stabili e contrasto all’illegalità.

I numeri sembrano dare ragione alla posizione italiana: il mercato illecito delle sigarette (c.d. contrabbando) nel nostro Paese rappresenta appena l’1,8% del totale, un dato notevolmente inferiore alla media europea che si aggira attorno al 10%. Questo risultato è frutto di una politica di equilibrio che ha evitato aumenti eccessivi dei prezzi, mantenendo così bassa la convenienza dell’acquisto di prodotti di contrabbando.

Tassa UE su tabacco: una strategia unitaria o una forzatura?

Il tentativo della Commissione Europea di armonizzare la tassazione sul tabacco tra i diversi Paesi membri sarebbe certamente motivato dal desiderio di evitare distorsioni del mercato e promuovere uno standard comune in materia di salute pubblica. Tuttavia, la misura proposta rischierebbe di non tener conto delle profonde differenze economiche, sociali e culturali tra i diversi Stati membri.

In particolare, la nuova “tassa UE su tabacco” si inserirebbe in un contesto in cui alcuni Paesi applicano già accise molto elevate. Mentre altri hanno scelto approcci più graduali e bilanciati. L’uniformazione fiscale, in questo senso, potrebbe avere effetti disomogenei, colpendo in maniera sproporzionata i mercati nazionali più stabili e virtuosi nella lotta all’evasione e al contrabbando.

Il dilemma tra salute e libertà economica

Dal punto di vista della Commissione, l’inasprimento fiscale rappresenterebbe anche uno strumento di dissuasione dal fumo. Ma resta aperto il dibattito sull’efficacia reale di simili misure. Studi internazionali mostrano infatti che aumenti troppo bruschi del prezzo del tabacco tendono a spostare la domanda verso canali illegali, piuttosto che ridurre sensibilmente il numero di fumatori.

L’Italia sarebbe preoccupata proprio questo effetto boomerang. Un aumento indiscriminato delle accise potrebbe minare un sistema già funzionante, creando nuove opportunità per il commercio illecito. Con effetti negativi sulla sicurezza pubblica, sulle entrate statali e sulla rete legale di distribuzione.

Nuova tassa UE su sigarette: verso una possibile mediazione?

Al momento, la proposta è ancora oggetto di discussione e non è stato raggiunto un accordo definitivo tra i Paesi membri. Il confronto tra le diverse posizioni potrebbe portare a una versione meno rigida della riforma, in cui vengano previste soglie minime comuni. Ma anche margini di flessibilità per adattarsi alle specificità nazionali.

In questa direzione, l’Italia potrebbe giocare un ruolo da protagonista, promuovendo una soluzione che premi i modelli fiscali virtuosi. E che tenga conto della realtà dei singoli mercati. Una mediazione che salvaguardi gli obiettivi sanitari senza sacrificare l’efficienza e l’equilibrio dei sistemi fiscali esistenti.

Riassumendo

  • La Commissione UE proporrebbe una maxi-stretta fiscale su tutti i prodotti del tabacco.
  • Previsti aumenti fino a 1 euro a pacchetto per i consumatori italiani.
  • Rincari stimati: +139% sigarette, +258% tabacco trinciato, +1.090% sigari.
  • Il governo italiano difende il proprio sistema fiscale equilibrato e anti-contraffazione.
  • Rischi concreti di crescita del mercato illecito e danni ai piccoli esercenti.
  • Possibile mediazione europea per adattare le accise alle realtà nazionali.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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