La Legge di Bilancio 2025 introduce importanti novità in materia di taglio del cuneo fiscale, una misura che mira a ridurre il peso fiscale e contributivo sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. L’obiettivo del Governo è quello di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie che negli ultimi tre anni ha subito una forte riduzione a causa dell’inflazione.
I benefici saranno tangibili per la maggior parte dei dipendenti con redditi medi e bassi. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare l’effettiva sostenibilità delle misure nel lungo periodo e valutare eventuali correttivi per includere una platea più ampia di lavoratori.
Vediamo cosa cambia e come queste misure si rifletteranno sulle buste paga dei lavoratori dipendenti.
Il taglio al cuneo fiscale
Quando si parla di cuneo fiscale si fa riferimento alla differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e il netto percepito dal lavoratore.
È costituito da tre componenti principali:
- imposte: tasse dirette come l’IRPEF;
- contributi previdenziali: a carico sia del lavoratore che del datore di lavoro;
- altri oneri: come assicurazioni sociali o eventuali addizionali regionali e comunali.
Ridurre il cuneo fiscale significa quindi diminuire una o più di queste voci, aumentando il reddito netto del dipendente o riducendo il costo per l’azienda.
Taglio cuneo fiscale. Indennità o nuova detrazione, chi ne ha diritto?
Accanto alla conferma del Bonus Irpef, ex Bonus Renzi, la Manovra 2025 prevede una nuova indennità.
Le modalità di riconoscimento del nuovo bonus variano a seconda del reddito del lavoratore dipendente.
In particolare, in base ai commi 3-8 dell’art.1 della Manovra 2025, i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo fino a 20.000 euro riceveranno una somma aggiuntiva, che non concorrerà alla formazione del reddito IRPEF, calcolata in percentuale sul reddito da lavoro dipendente:
- 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
- 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
- 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.
Una volta individuata quella spettante, la percentuale deve essere applicata sull’intero reddito di lavoro dipendente e non sui singoli scaglioni di reddito.
Per i redditi complessivi tra 20.000 e 40.000 euro invece, è prevista una detrazione aggiuntiva. Anch’essa applicata direttamente in busta paga. Il reddito complessivo è assunto al netto del
reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze. Rilevano le quote di reddito esente da tassazione come previsto ad esempio per i lavoratori impatriati.
Sulla detrazione, questa varia a seconda del reddito del lavoratore ed è pari a:
1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro, e decresce oltre tale limite fino ad azzerarsi a 40.000 euro.
La detrazione deve essere rapportata al periodo effettivo di lavoro. Come avviene ad esempio per le detrazioni per tipologia di reddito o per il Bonus Natale di 100 euro.
L’indennità cash ovvero la detrazione sono applicate automaticamente dal datore di lavoro. In pratica non ci sarà bisogno di presentare apposita richiesta al datore di lavoro. Attenzione però, in sede di conguaglio, se il lavoratore risulta non avere diritto ai benefici, l’importo verrà recuperato dal sostituto d’imposta in dieci rate mensili di pari ammontare, a partire da quando si effettua il conguaglio, qualora la somma ecceda i 60 euro.
Riassumendo…
- Taglio del cuneo fiscale: riduzione delle imposte aumentando il netto in busta paga per i lavoratori dipendenti.
- Nuova indennità: per redditi fino a 20.000 euro, percentuali crescenti dal 7,1% al 4,8%, applicate sull’intero reddito da lavoro dipendente.
- Detrazione aggiuntiva: per redditi tra 20.000 e 40.000 euro, fino a 1.000 euro, decrescendo fino ad azzerarsi a 40.000 euro.
- Applicazione automatica: sia l’indennità che la detrazione sono riconosciute automaticamente in busta paga dal datore di lavoro.
- Recupero in caso di errore: eventuali importi non dovuti saranno recuperati dal sostituto d’imposta in 10 rate mensili.