Molti lavoratori scoprono solo a ridosso della pensione che l’assegno previdenziale sarà sensibilmente più basso rispetto al reddito percepito durante l’attività lavorativa.
Questa constatazione, se non affrontata con anticipo e consapevolezza, può portare a un drastico ridimensionamento del tenore di vita. Il motivo principale risiede nella struttura del sistema previdenziale italiano, che si fonda principalmente sul principio contributivo: l’importo pensione dipende quindi da quanto si è versato nel corso degli anni.
Importo pensione: il ruolo decisivo dei contributi previdenziali
L’importo della pensione viene calcolato in base al montante contributivo. Ovvero la somma di tutti i contributi versati durante la carriera lavorativa, rivalutata secondo specifici criteri.
Maggiore è il numero degli anni lavorati e l’entità delle somme accantonate, più elevato sarà l’assegno previdenziale.
Tuttavia, numerosi fattori possono influenzare negativamente questo ammontare: periodi di disoccupazione, interruzioni lavorative, contratti precari, lavoro part-time o con bassa retribuzione.
In Italia, la riforma previdenziale degli anni ’90 ha segnato il passaggio dal sistema retributivo, che calcolava la pensione sulla base degli ultimi stipendi, al sistema contributivo, che considera l’intera carriera lavorativa. Questo cambiamento ha avuto un impatto profondo sull’importo pensione, soprattutto per coloro che hanno avuto carriere discontinue o retribuzioni non costanti.
La discrepanza tra stipendio e assegno pensionistico
Anche chi percepisce un buon reddito negli ultimi anni di lavoro può trovarsi con una pensione inferiore alle aspettative. Un lavoratore con uno stipendio mensile superiore ai 2.000 euro, ad esempio, può ritrovarsi con un assegno pensionistico più basso, a volte anche inferiore a 1.700 euro. Questa differenza, detta “gap previdenziale”, può essere rilevante e sorprendere chi non ha effettuato simulazioni o pianificazioni negli anni precedenti al pensionamento.
Tale divario è spesso sottovalutato, specie da chi non tiene conto dei periodi non coperti da contribuzione o delle differenze tra la base imponibile pensionabile e lo stipendio netto. Inoltre, la crescita del lavoro autonomo e parasubordinato ha accentuato il fenomeno, dal momento che queste categorie tendono a versare contributi inferiori rispetto ai lavoratori dipendenti.
Le conseguenze del gap previdenziale sullo stile di vita
La riduzione dell’importo pensione può comportare un cambio radicale delle abitudini economiche. Chi non si è preparato rischia di dover rinunciare a spese considerate ordinarie: viaggi, spese sanitarie private, attività ricreative, ma anche alla possibilità di supportare figli e nipoti.
Questo può generare un senso di frustrazione e insicurezza in una fase della vita in cui si spera di poter finalmente godere dei frutti del proprio lavoro. La pianificazione finanziaria, quindi, diventa un elemento cruciale per evitare una “povertà silenziosa” in età avanzata, spesso trascurata nei discorsi pubblici ma molto diffusa nella realtà.
Importo pensione, come colmare il divario: strategie e strumenti
La consapevolezza della differenza tra stipendio e pensione deve tradursi in un’azione concreta già durante la vita lavorativa. Le soluzioni possono variare in base alla situazione individuale, ma alcune linee guida sono valide per la maggior parte dei lavoratori.
Previdenza complementare
Uno dei principali strumenti per integrare l’importo pensione è l’adesione a fondi pensione integrativi, collettivi o individuali.
Questi veicoli consentono di accantonare risorse che, al momento del ritiro, si sommano all’assegno Inps. Inoltre, i fondi pensione godono di vantaggi fiscali, sia in fase di accumulo (deducibilità dei contributi) sia al momento dell’erogazione.
Investimenti mirati
Chi dispone di una capacità di risparmio può valutare forme di investimento a lungo termine, come i piani di accumulo (PAC), l’acquisto di immobili da mettere a reddito, strumenti assicurativi a scopo previdenziale o fondi comuni di investimento con profili bilanciati. L’obiettivo è creare un patrimonio che generi entrate regolari anche dopo il pensionamento.
Analisi e simulazioni previdenziali
Effettuare simulazioni periodiche con strumenti forniti dall’Inps o da consulenti previdenziali permette di avere un’idea più precisa dell’importo pensione futuro. In questo modo, è possibile valutare eventuali criticità e adottare per tempo strategie correttive.
Ottimizzazione della carriera
In alcuni casi può risultare utile prolungare l’attività lavorativa, anche solo di pochi anni, per aumentare il montante contributivo e accedere a trattamenti più favorevoli. Inoltre, per chi ha più carriere o gestioni contributive diverse (ad esempio Inps e casse professionali), è fondamentale valutare bene l’opzione di cumulo o totalizzazione dei contributi.
Un approccio proattivo per una pensione più sicura
La questione dell’importo pensione non può essere lasciata al caso. Aspettare la fine della carriera per affrontare il tema può portare a scelte tardive e inefficaci. Serve invece una mentalità orientata al futuro, capace di unire conoscenza del sistema previdenziale, capacità di risparmio e, dove possibile, cultura finanziaria.
Il passaggio dal lavoro alla pensione non è solo un evento amministrativo, ma un profondo cambiamento economico e psicologico. Prepararsi con lucidità a questo momento significa garantirsi serenità e indipendenza negli anni della maturità, evitando sorprese sgradite e mantenendo uno stile di vita coerente con le proprie abitudini.
Riassumendo
- La pensione è spesso più bassa dello stipendio a causa del sistema contributivo.
- L’importo dipende dai contributi versati durante l’intera carriera lavorativa.
- Esiste un gap pensionistico che può compromettere il tenore di vita abituale.
- Serve pianificare con anticipo attraverso risparmio, investimenti e previdenza complementare.
- Simulazioni periodiche aiutano a stimare l’importo pensione e colmare eventuali carenze.
- Un approccio proattivo garantisce stabilità economica e serenità in età pensionabile.