Sono passati quasi sei anni dall’emissione del primo “bond Titano”, l’obbligazione di stato sammarinese sui mercati internazionali. La piccola e storica repubblica viveva tempi complicati sul piano delle finanze statali. E la pandemia iniziava già a colpire l’economia. Per rimborsare la scadenza del 2024 San Marino emise un nuovo bond nel 2023 e con scadenza nel 2027 (ISIN: XS2619991883) per l’importo di 350 milioni di euro. Il prezzo da pagare fu elevato, tuttavia. La cedola quasi raddoppiò al 6,5% per una spesa per interessi di 22,75 milioni all’anno, non pochi su un debito che supera di poco il miliardo di euro.
Conti pubblici in cifre
Ieri, il Segretario di Stato alle Finanze, Marco Gatti, ha presentato la manovra finanziaria per il 2026. Essa prevede un disavanzo di 36 milioni, a fronte di un avanzo primario (al netto degli interessi) di 9 milioni. L’obiettivo del governo, ha spiegato, consiste nel far scendere il debito pubblico sotto il 60% del Pil quest’anno e di metterlo su una traiettoria discendente. Tra i punti di forza c’è un’economia resiliente, con il Fondo Monetario Internazionale ad avere stimato una crescita dell’1% nel 2024. Tra i punti deboli, invece, gli elevatissimi NPL al 16,9% nel 2024, pur in calo dal 21% del 2023. In pratica, le banche domestiche hanno ancora in pancia troppi crediti deteriorati.
Verso nuova emissione nel 2026
Sempre per l’anno prossimo Gatti prospetta il roll over anticipato del bond internazionale con l’emissione di uno nuovo. Sarebbe il terzo della storia nazionale. E sul punto intende abbassare i tassi di interesse dal 6,5% al 4%. Operazione a dir poco ambiziosa, se si pensa che ancora oggi il rendimento offerto dal bond in scadenza tra 14 mesi sfiori il 6% contro il 2% circa offerto dall’omologo BTp. I giudizi assegnati dalle agenzie di rating ai titoli di stato sammarinesi sono migliorati, pur restando bassi: BBB+ con prospettive stabili per S&P, BB con prospettive positive per Fitch e BBB(low) per DBRS. Per la seconda l’emittente resta “non investment grade” o “speculativo”.
Chi acquistò il bond di San Marino ai prezzi minimi toccati nell’ottobre del 2023 a 90 centesimi, ha da allora potuto maturare un guadagno netto fino al 25%. Infatti, la quotazione di mercato è salita nei mesi scorsi a 103 e oggi ripiega a poco sopra la pari con l’avvicinarsi della scadenza. E in questi due anni l’investitore ha incassato cedole altissime, rapportate tra l’altro a un prezzo di acquisto a sconto rispetto al valore nominale.
Nuovo bond di San Marino, spread atteso alto
La pecca, che sarà anche del nuovo bond di San Marino, risiede nella scarsa liquidità degli scambi. Gli importi sono scarni e non tutte le piattaforme di trading ne consentono la compravendita. Come se non bastasse, il lotto minimo è stato fissato a 100.000 euro, relegando l’investimento agli istituzionali. Gli alti spread, pur a fronte di un rischio di credito medio-alto, renderanno anche la prossima emissione interessante per chi vorrà esporsi con un taglio consistente.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

