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Oggi: 15 Dic, 2025

L’illusione del ritorno dei salari: perché gli stipendi reali in Europa restano indietro

I salari reali in Europa non riescono a coprire la perdita del potere di acquisto subita dai lavoratori a causa dell'alta inflazione.
59 minuti fa
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I salari reali in Europa vanno giù
I salari reali in Europa vanno giù © Investireoggi.it

Con l’alta inflazione apparentemente alle spalle e i rinnovi contrattuali che iniziano a recuperare il potere di acquisto perduto, sembra che i salari in Europa stiano tornando a crescere anche in termini reali. Purtroppo, si tratta in gran parte dei casi di una pura illusione. Nel 2024, secondo i dati OCSE/Eurostat ci sono stati aumenti del 7-9% sopra l’inflazione in stati dell’Est come Bulgaria, Croazia, Polonia e Lituania. Altri come Francia e Finlandia hanno registrato aumenti contenuti, quasi nulli. Ecco la situazione nel periodo che va dal 2021 al 2024 in vari stati comunitari.

Indice salari reali (2021 = 100)

Europa orientale
Bulgaria ████████████▌ 109
Croazia ███████████▊ 108
Polonia ██████████▉ 107

Europa occidentale
Germania █████████▌ 102
Francia █████████▍ 101
Spagna █████████▌ 102
Italia ████████▏ 91

Salari reali in Europa al palo

Come potete notare, l’Italia si colloca in fondo alla classifica. I nostri lavoratori hanno l’8,8% rispetto al 2021.

Questo significa che, a prezzi fermi, hanno visto scendere le loro retribuzioni da 100 a circa 91. A titolo di confronto con gli Stati Uniti, dove apparentemente la crescita nominale negli ultimi 4 anni è stata robusta (+19,9%), l’inflazione ha quasi del tutto divorato anche lì gli stipendi con un pesante 18,4%. La crescita reale quadriennale al 30 settembre scorso si è fermata all’1,5%.

Cosa ci spiegano questi dati? Il recupero del potere di acquisto continua ad essere lento un po’ ovunque dopo che l’inflazione nel periodo 2021-2023 ha devastato i redditi fissi. Per le banche centrali che hanno il compito di preservare la stabilità dei prezzi, una buona notizia. Significa che non si è innescata la spirale prezzi-salari-prezzi. Tuttavia, questo fenomeno si traduce in una grossa fregatura per i lavoratori, in quanto rischiano di avere perduto definitivamente il potere di acquisto, spesso già magro, del 2021.

Rinnovi contrattuali già in rallentamento

Secondo il Wage Tracker della Banca Centrale Europea, gli aumenti dei salari a seguito dei rinnovi contrattuali nell’UE hanno rallentato dal 4,8-4,9% del 2024 al 3-3,3% del 2025. Nel primo trimestre di quest’anno per l’ISTAT i rinnovi in Italia hanno registrato aumenti medi del 3,9%, ben superiori all’inflazione. Spicca di recente il contratto dei metalmeccanici con il +9,6%, pari ad aumenti medi di 205 euro lordi al mese. Trattasi nell’ultimo caso, tuttavia, di un’eccezione più che di una regola. In linea generale, dopo una contrazione nel biennio 2022-2023, i salari reali in Europa sono aumentati del 2,3% nel 2024.

Tassa occulta col fiscal drag

E la situazione effettiva potrebbe essere anche peggiore per i salari reali in Europa. Nel 2024, ad esempio, in Italia, Francia, Belgio e Spagna il reddito reale disponibile è diminuito sul 2023. Anche se gli stipendi sono cresciuti più dell’inflazione, le tasse hanno corso ancora più velocemente. E’ quello gli economisti definiscono il fiscal drag. Sono diversi gli stati europei, tra cui l’Italia, in cui gli scaglioni dei redditi ai fini impositivi non vengono indicizzati all’inflazione. Il combinato tra progressività delle aliquote e inflazione porta molti redditi “di frontiera” ad essere assoggettati a scaglioni più alti senza un loro aumento in termini reali.

Nel periodo 2020-2023 l’inflazione nell’UE risulta avere inciso per il 40% dell’aumento delle entrate fiscali, qualcosa come l’1,5% del Pil. In Spagna, la metà delle maggiori entrate dell’imposta sui redditi delle persone fisiche tra il 2019 e il 2023 è stata dovuta proprio al fiscal drag. Nel solo 2022, in Germania il fenomeno avrebbe portato a un maggiore gettito di 10,9 miliardi. Quanto all’Italia, parte del miglioramenti dei saldi di finanza pubblica è legata a questa imposta occulta (“stealth tax”) versata dai contribuenti. Fuori dall’UE, il Regno Unito già sotto i conservatori avevano bloccato l’adeguamento degli scaglioni per fare cassa. La misura è stata confermata per i prossimi anni dall’attuale governo laburista, così da intascare 8,3 miliardi di sterline in più.

Salari reali in Europa tra burocrazia, tasse e scarsa innovazione

Qual è il motivo per cui i salari reali in Europa stanno rimanendo al palo, malgrado un’occupazione record al 76%? Il paradosso è che la presunta piena occupazione non si traduce in alcun potere negoziale forte dei sindacati. E ciò svela la debolezza di fondo dell’economia europea, minacciata da un’atrofica burocrazia centrale che si aggiunge a quella dei singoli stati. L’iper-regolamentazione rende fragile la nostra struttura produttiva. Le delocalizzazioni restano all’ordine del giorno. Aumenti salariali percepiti come “eccessivi” dagli imprenditori agevolano la fuga degli stabilimenti in Asia.

Finché la produttività crescerà a ritmi così bassi, per i lavoratori ci sarà poco da fare. E uno dei motivi per cui ciò accade, risiede nel fatto che l’Europa non compete granché sulle produzioni ad alto contenuto tecnologico. A differenza degli Stati Uniti, dove l’Intelligenza Artificiale fa già da traino all’economia, da noi l’ossatura restano le produzioni tradizionali e che a loro volta si reggono su retribuzioni calmierate. Il caso più eclatante è quello italiano, dove i bassi salari garantiscono la tenuta dell’occupazione. C’è da dire, infine, che le imprese sono gravate da un costo del lavoro pesante, se includiamo imposte e contributi. E’ il welfare, bellezza! Croce e delizia del nostro European way of life.

Finché potrà durare tra bassa crescita e inverno demografico.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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