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Oggi: 12 Dic, 2025

La Russia emetterà il suo primo bond in yuan, non è un buon segno per Mosca

La Russia ha annunciato la prima emissione in assoluto di un bond in yuan, verosimilmente ai primi di dicembre. Brutto segnale per Mosca.
1 mese fa
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Bond in yuan della Russia
Bond in yuan della Russia © Licenza Creative Commons

Il Ministero delle Finanze ha annunciato nei giorni scorsi di stare preparando un bond denominato in yuan, il primo nella storia della Russia. La raccolta sarà fino a 400 miliardi di rubli, al cambio di questo venerdì pari a 4,27 miliardi di euro. Sarà un’emissione multi-tranche, che riguarderà scadenze dai 3 ai 10 anni. L’iniziativa è stata accolta in Occidente come la conferma della volontà di Mosca di cercare alternative alla finanza “dollaro-centrica”. Cosa in gran parte vera, ma non per le ragioni che penseremmo. Più che un intento punitivo, c’è la ricerca disperata di capitali sui mercati internazionali, resa durissima dalle sanzioni inflitte da Europa e Nord America dopo l’invasione dell’Ucraina.

Russia emette bond in yuan con boom del deficit

Il bond in yuan arriva per la Russia in concomitanza alle cattive notizie sul fronte dei conti pubblici. Quest’anno, il deficit di bilancio è atteso a 5.700 miliardi di rubli (60,7 miliardi di euro) dai 1.200 miliardi inizialmente stimati. Le entrate petrolifere sono diminuite del 20% su base annua a settembre e le entrate non petrolifere stanno aumentando meno del previsto.

Rendimenti alti e capitali insufficienti

Non è tanto il deficit in sé a rilevare, quanto la difficoltà di finanziarlo. La Russia è tagliata fuori dai mercati internazionali, per cui o trova i capitali al suo interno o deve rivolgersi principalmente ai suoi partner per ottenere prestiti bilaterali. I tassi di interesse sono stati tagliati un paio di settimane fa al 16,50%, restando altissimi. I bond sovrani in Russia offrono la media del 15%, che non è poco anche con un’inflazione a settembre dell’8%. In condizioni ordinarie, dovremmo assistere all’ingresso di fiumi di capitali per approfittare di ghiotte occasioni d’investimento.

Nulla di tutto questo sta accadendo. Anzitutto, perché le sanzioni rendono impossibile per Mosca attirare capitali dall’Occidente. E il mercato domestico ha dimensioni insufficienti per finanziare i propri stessi debiti. La Russia è un’economia nettamente meno ricca della media occidentale, anche a parità di potere di acquisto. Ecco perché punta sul primo bond in yuan. Può così attirare capitali dalla vicina Cina, il suo principale alleato. Probabilmente, però, le sottoscrizioni arriveranno dalle aziende di stato che esportano in Cina e che posseggono, quindi, liquidità in yuan.

Spread e rischio valutario

Sarà molto interessante capire a quali rendimenti la Russia sarà capace di emettere i bond in yuan. I rendimenti cinesi spaziano dall’1,44% per la scadenza a 3 anni all’1,75% per quella a 10 anni. Cifre da sogno persino per emittenti come la Germania. Pechino sta lottando contro la deflazione in questi mesi, contrariamente a Mosca che ha un problema di prezzi al consumo alti. Spread elevati svelerebbero le ridotte capacità per il Cremlino di fare affidamento sul mercato per rifinanziarsi.

Anche se spunterà rendimenti inferiori a quelli offerti sui bond in rubli, c’è il rischio valutario a cui deve fare attenzione. Nell’ultimo anno, il rublo ha perso il 17% contro la divisa cinese.

Il bond in yuan della Cina rischia di rivelarsi a posteriori un salasso se il trend per il cambio fosse questo anche in futuro. Il capitale da rimborsare varrebbe di più per il debitore, così come le stesse cedole pagate fino alla scadenza.

Bond in yuan non soluzione per Russia

Iniziative come queste testimoniano che Vladimir Putin può anche essere in vantaggio sul campo in Ucraina, ma non può permettersi di andare per le lunghe per non svenarsi sul piano finanziario. L’economia in Russia naviga in cattive acque e, se il petrolio dovesse continuare a deprezzarsi sui mercati, non le basterebbe emettere uno o più bond in yuan per tamponare il crescente disavanzo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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