Nel 2017 alcune compagnie telefoniche tra cui Tim, Vodafone, Wind-Tre e Fastweb cambiarono la contabilità portando la fatturazione da mensile a ventotto a giorni. In questo modo ne ricavarono un introito maggiore a danno, ovviamente, dei clienti. Ora è arrivata la sentenza definitiva del Tar. Le info.

La sentenza del Tar sulla fatturazione a 28 giorni

È arrivata al sentenza del Tar confermata anche dal Consiglio di Stato sulla fatturazione a 28 giorni. Essa ha rigettato l’appello degli operatori telefonici  Vodafone, Wind-Tre e Fastweb per cui questi ultimi dovranno rimborsare gli utenti “dei giorni illegittimamente erosi ” a partire dal mese di giugno 2017.

Il risultato di tale pratica fu che gli utenti furono costretti a pagare, di fatto, tredici mensilità annue.

Dalla sentenza del Tar nella quale si crede rientrerà Tim (il provvedimento non è stato ancora emesso) si evince che gli operatori su indicati dovranno compensare i clienti dei giorni erosi illegittimamente mediante fattura. Ciò significa che gli utenti che non accetteranno la proposta compensativa offerta da Wind-Tre, Fastweb e Vodafone avranno diritto ad una dilazione dell’addebito del canone del loro abbonamento uguale alla quantità dei giorni erosi con la fatturazione a 28 giorni. In parole povere gli utenti avranno diritto a dei giorni gratis.

In ogni caso, ricordiamo, che gli utenti che sottoscriveranno i piani compensativi proposti dai vari operatori perderanno il diritto a tale rimborso.

E’ arrivata la risoluzione

Dopo due anni si è arrivati finalmente alla conclusione relativa alla fatturazione a 28 giorni. Quest’ultima pratica permise agli operatori telefonici di guadagnare due-tre giorni al mese riscuotendo dagli utenti 13 bollette all’anno invece di 12. In questo modo essi riuscirono ad ottenere dei ricavi più alti di circa l’8,6% rispetto a quelli che avrebbero avuto con la fatturazione mensile.

Proprio per tale illegittima pratica ci furono ricorsi, decreti del Governo e sentenze fino all’ultima del Tar.

Ripetiamo, essa comunica che gli utenti di telefonia di rete fissa e mobile interessati dalla rimodulazione a 28 giorni avranno diritto ad un rimborso. Il costo medio di esso sarà di circa 30 euro anche se, come abbiamo già spiegato, gli operatori già nei mesi scorsi hanno fatto varie proposte ai clienti per restituire il pregresso. Questo sotto forma di servizi compensativi come ad esempio tanti gigabyte per la connessione internet.

Massimiliano Dona, che è il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è felice per tale sentenza in quanto comunica che in questo modo si chiuderà finalmente una vicenda vergognosa e i consumatori riavranno quello che le compagnie telefoniche hanno percepito in modo illegittimo violando le delibere dell’Authority. Lo stesso comunica che le compagnie dovranno restituire i giorni erosi in fattura nel periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e i primi di aprile 2018, che è la data in cui fu ripristinata la fatturazione mensile. Dona ha aggiunto infine che ” gli operatori dovranno posticipare la data di decorrenza della fattura per un numero di giorni pari a quelli erosi (eventualmente spalmati su più fatture)“.

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