Non c’è niente da fare, sembra proprio che le grandi compagnie telefoniche stiano facendo a turno per farci arrabbiare. Stavolta è Vodafone che viene bacchettata dal Garante della privacy per messaggi incomprensibili che finiscono per fuorviare gli utenti.

Ben 500 mila euro di multa per il colosso della telefonia nostrana, colpevole di aver letteralmente adescato un’anziana signora appioppandole un contratto indesiderato.

Vodafone, multa per messaggi ingannevoli

Diciamoci la verità, con tutte queste campagne marketing per le offerte telefoniche sta diventando davvero difficile capirci qualcosa.

Se poi le compagnie stesse ci mettono il carico da 90 per confonderci con giri di parole che somigliano al gioco delle 3 carte, allora siamo davvero messi male. Qualcuno doveva mettere un freno a questa nuova tendenza. Dopo aver visto Tim e WindTre fare i furbi con SMS cervellotici, anche Vodafone ci prova e il problema è che ci riesce anche. In realtà il caso è accaduto nel novembre del 2020, quindi ben due anni fa. Soltanto adesso però il Garante ha stabilito la multa che l’operatore dovrà pagare.

“Il caso oggetto del Garante Privacy, relativo al novembre 2020, era stato già risolto non appena ricevuta la segnalazione della cliente”.

Sono queste le dichiarazioni di Vodafone espresse in un comunicato. Insomma, tutto sotto controllo, sembra dirci il colosso della telefonia, come a sminuire il problema dicendo che tanto è acqua passata. Le cose però si fanno sempre più preoccupanti per gli utenti, visto il terribile forcing cui sono sottoposti con campagne marketing al limite dello stalking.

Una multa non basta?

Pubblicità aggressiva è un eufemismo. Il mondo del commercio oggi è diventato una corsa agli armamenti, al fine di urlare di più nella testa dei consumatori. Riguardo la multa comminata a Vodafone, il Garante ha stabilito che la società dovrà anche tenere a bada i suoi call center, in quanto sono proprio loro la causa spesso di marketing ingannevole e contratti arbitrari appioppati ai nuovi clienti.

In particolare, l’azienda dovrà controllare il corretto operato dei suoi operatori nel momento dell’acquisizione del consenso per finalità pubblicitarie.

Senza girarci troppo intorno, questi colossi necessitano di un freno. Le offerte che spesso ci propongono sono delle vere e proprie supercazzole, inoltre il Garante sembra voler sottolineare la difficoltà dei clienti più anziani, i quali ancora faticano a destreggiarsi nel mondo digitale che oggi li circonda. Si tratta di un problema sicuramente non da poco, ed è un bene che le autorità stiano facendo il possibile per tutelare questi soggetti sostanzialmente deboli. Ciò non toglie che il comportamento ai limiti del bordeline operato da molte compagnie telefoniche, risulti sgradevole e spesso ingannevole a prescindere, ossia anche per quegli internauti navigati che non dovrebbero avere troppi problemi ad attivare o rifiutare una nuova offerta online.