Altroconsumo, che è l’organizzazione indipendente dei consumatori, è tornata a parlare della spinosa questione della tariffazione a ventotto giorni ed ha segnalato sia Tim che Wind all’Agcom che all’Agcm per pratiche commerciali scorrette. La stessa chiede poi che le compagnie telefoniche effettuino rimborsi agli utenti. Ma vediamo cosa è successo.

Tim e Wind nel mirino di Altrconsumo

Dal 5 aprile 2018 le bollette sono tornate mensili senza l’obolo della tredicesima mensilità che le compagnie telefoniche si erano inventate per aumentare i loro profitti.

Dopo alcune settimane, però, sono emerse le prime irregolarità come denuncia Altroconsumo e nella fattispecie di Wind e di Tim. Quest’ultima ha inviato ai suoi clienti questo messaggio ” Modifica condizioni contrattuali: gentile Cliente dall’8/4/2018 il costo mensile delle tue offerte si è ridotto dello 0,4% rispetto a quanto precedentemente comunicato, senza alcuna variazione dei contenuti. Entro il 24/06/2018 hai diritto di recedere o passare ad altro operatore senza penali né costi di disattivazione. Per info sul costo delle tue offerte e modalità di recesso vai su on.tim.it/info o chiama il 409168″.

La Wind ha invece inviato quanto segue” Gentile Cliente ti ricordiamo che le offerte si rinnovano su base mensile. Ti informiamo inoltre che la variazione del costo nominale precedentemente comunicata passerà dal +8,6% al +8,3%, con conseguente diminuzione della spesa annuale. L’eventuale aumento del +10% di minuti, SMS e GIGA viene invece confermato. Info e modalità wind.it/LP”.

La denuncia di Altroconsumo

Altroconsumo in merito al messaggio inviato dalla Tim denuncia il fatto che l’azienda ha inviato un sms al consumatore di uno sconto dello 0,4% rispetto alla comunicazione fatta in precedenza. In questo modo secondo l’organizzazione si impedisce al consumatore di capire il prezzo finale che in realtà subisce comunque una maggiorazione seppure del 8,2 e non dell’8,7%. Wind, invece, viene bacchettata da Altrconsumo perché omette la possibilità di esercitare il diritto di recesso dall’offerta.

Proprio per tali pratiche scorrette è stata fatta una segnalazione all’Agcom e all’Antitrust.

La posizione dell’Antitrust

L’Antitrust ha denunciato il fatto che tutti gli operatori telefonici che dalla fatturazione a ventotto giorni sono tornati a quella mensile hanno rincarato le offerte di comune accordo dell’8,6%. Tutti hanno attribuito tali aumenti alla norma che li ha obbligati a tornare alla fatturazione mensile. Il Garante, però, ha richiesto l’immediata sospensione degli aumenti in quanto convinto che essi siano stati studiati a tavolino in accordo da tutti gli operatori.

Altroconsumo chiede rimborsi

Intanto, in merito alle pratiche scorrette degli operatori telefonici, Altroconsumo chiede che i consumatori siano rimborsati. Essi sono circa 12 milioni per quanto concerne la rete fissa e 60 milioni per quella mobile. Ricordiamo che gli utenti, secondo le stime, con le fatture a 28 giorni hanno pagato un mese in più all’anno per un valore di mercato di 13 miliardi. Secondo Altrconsumo se 1 milione di rimborso tornasse nelle tasche dei consumatori per le compagnie sarebbe un chiaro segnale. Esse infatti modificano in continuazione le offerte da più di un anno senza tenere in considerazione gli utenti.

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