Non ci sono buone notizie per l’Italia dopo le decisioni di politica monetaria prese dalla Banca Centrale Europea. Il mercato, infatti, inizia nuovamente a considerare rischioso il debito italiano, ancora di più di quello greco. I BTP a 10 anni sono quindi schizzati al 4,33% con un aumento di 20 punti base circa.

Intanto il ministro della Difesa, Crosetto, si è espresso contro la decisione della Bce di alzare i tassi e di varare il Qt-Quantitative Tightening a partire dal prossimo marzo. Con quest’ultimo termine si intende un’operazione di riduzione degli asset (debito aziende e Stati messo sul mercato) acquistati.

Significa che la Bce non reinveste nei bond posseduti e arrivati alla scadenza o vende quelli che ha.

Nel documento ufficiale della riunione del 15 dicembre si legge che dal prossimo marzo, il portafoglio del programma di acquisto di attività diminuirà. Il motivo è che l’Eurosistema non reinvestirà i pagamenti di capitale da titoli che stanno per scadere. Che significa questo? Che ogni Governo dovrà affidarsi solo al mercato per vendere obbligazioni. Quindi, con minore domanda, i prezzi dei titoli di Stato si abbassano e crescono i rendimenti ovvero gli interessi che paga chi emette il debito.

Per i buoni fruttiferi postali ci sono invece ripercussioni a seguito dell’aumento dei tassi della Bce?

BTP, tassi schizzano fino al 4,33%

Dopo l’annuncio da parte della Bce dell’aumento dei tassi, lo spread e i tassi sui BTP sono schizzati superando anche quella della Grecia e i rendimenti a 10 anni sono arrivati anche oltre la soglia del 4,3%.

Ci si aspettava è vero un aumento del costo del denaro ma non le dichiarazioni della Lagarde. Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ritiene che queste ultime possano avere degli effetti devastanti, come si è visto anche dall’impennata dello spread e dal crollo delle borse. In più ha spiegato di ritenere incongruente e sospetto l’annuncio relativo allo stop degli acquisti dei titoli di Stato.

La Lagarde, qualche giorno fa, aveva detto “speriamo che l’Italia ratifichi velocemente la riforma del Mes” aggiungendo che il nostro paese è integrante del completamento dell’unione bancaria. Per Rampelli, però, in questo modo si starebbe dicendo all’Italia di approvare a tutti i costi il Mef altrimenti “queste saranno le conseguenze, alla maniera con cui è stata già punita la Grecia anni fa?”.

E i buoni fruttiferi postali?

Ci si chiede se anche i tassi dei fruttiferi postali, così come quelli dei BTP 10 anni, siano schizzati sopra soglia 4,3% dopo l’annuncio della Bce. La risposta è no perché tali titoli non risentono delle oscillazioni del mercato. Hanno, infatti, un tasso fisso che cresce con il trascorrere del tempo e solo un Decreto Legge può modificarli ed successo, però, solo di rado.

I bfp, intanto, sono e continuano a essere uno strumento di investimento tra i preferiti dagli italiani, perché non hanno costi di sottoscrizione, eccetto gli oneri di matura fiscale e poi perché sono soggetti a una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi. Inoltre sono esenti da imposta di bollo.

Tra i migliori del momento ci sono i 4 anni Risparmio Semplice che durano quattro anni e danno flessibilità di rimborso in qualsiasi momento. Si possono però sottoscrivere solo se si attiva un piano di Risparmio risparmio semplice. Con essi si ottiene un rendimento effettivo annuo lordo alla fine di ciascun anno periodo, standard dell1,50% mentre premiale del 2,50%.

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