E’ stato un piccolo terremoto il comunicato pubblicato ieri pomeriggio dalla Banca Centrale Europea (BCE) a seguito dell’ultima riunione dell’anno del suo board. Pochi minuti più tardi, il BTp a 10 anni vedeva salire il rendimento fino a un massimo di oltre il 4,10% dal 3,90% di poco prima. Si è così riportato ai livelli più alti da un mese. Ed è salito anche lo spread con il Bund decennale, esploso dai 193 punti base dell’apertura di seduta fino a 205 punti. Di fatto, anche il titolo tedesco si è riportato sopra la soglia del 2% per la prima volta dopo un mese.

Ma cos’è successo esattamente da avere mandato in rosso i mercati? Il comunicato della BCE annuncia un nuovo aumenti dei tassi dello 0,50%. I tassi di riferimento per l’Eurozona sono saliti al 2,50%. Fino a qui, nulla di eclatante o non scontato. Nel prosieguo della lettura, però, sono spuntate alcune novità. Per prima cosa, l’istituto ha parlato della necessità di ulteriori “aumenti significativi” dei tassi per combattere un’inflazione nell’area prevista “alta troppo a lungo”.

Questa espressione ha contribuito a deprimere il BTp a 10 anni, in quanto segnala che la stretta monetaria non sarebbe vicina alla fine. Poi, l’annuncio del “quantitative tightening” (QT). I reinvestimenti dei bond acquistati con il “quantitative easing” e che arriveranno in scadenza dal mese di marzo 2023 saranno effettuati nella misura di 15 miliardi di euro in meno al mese. Questo fino a giugno, per i mesi seguenti si deciderà in corso.

BTp a 10 anni giù, cala domanda BCE

L’entità della minore domanda di bond dipenderà dall’evoluzione del QT dal terzo trimestre dell’anno prossimo. Anche solo ipotizzando che resti invariato dopo giugno, sarebbero 150 miliardi di euro i minori acquisti di obbligazioni entro un anno da oggi. Di questi, possiamo stimare in circa una ventina di miliardi l’impatto sui titoli di stato italiani.

Ecco spiegata la ragione per cui ieri il BTp a 10 anni, benchmark per il mercato sovrano tricolore, si sia deprezzato. Per quanto fosse stato scontato nelle settimane passate, probabilmente il mercato non si aspettava un debutto così imminente e per tale entità. Né che la BCE avrebbe sottolineato la necessità di alzare ancora i tassi a ritmo costante e “significativamente”.

A questo punto, la direzione del mercato obbligazionario potrà difficilmente mutare da qui alla fine del mese, quando saranno svelate le stime sull’inflazione nell’Area Euro a dicembre. Solo un altro deciso rallentamento porterebbe gli investitori a scommettere sulla fine della stretta nei mesi seguenti e su un ammorbidimento dei criteri per il QT dopo giugno. Dopo il comunicato BCE, le aspettative del mercato sono lievitate a proposito dei tassi BCE. Il picco è adesso intravisto per metà 2023 quando il costo del denaro sarebbe portato al 3,25%. E il cambio euro-dollaro è volato sopra 1,07, ai massimi da inizio giugno.

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