Sante parole quelle di un utente Twitter che diceva “Che ne sai tu di un campo di grano di 168 euro della bolletta del metano”. Il prezzo del gas, infatti, nel prossimo trimestre potrebbe salire nuovamente come annunciato da Stefano Bessaghini presidente dell’Arera. Gli italiani non sono per nulla lieti di questa anticipazione. Non ne possono più di prezzi ballerini e si chiedono quando si tornerà ai livelli pre-guerra. Il fatto è che non solo sono rincarate le bollette di luce e gas ma tutti i generi, compresi gli alimentari.

Sono poi preoccupati per la nuova normativa europea per la quale ci sarà lo stop delle caldaie a gas forse da 2029. Tutti quindi si chiedono se ci siano delle alternative per risparmiare.

Le alternative per risparmiare

Lo stop delle caldaie a gas secondo la direttiva Europea dovrebbe avvenire in modo graduale a partire dal 2025, data in cui è previsto il declassamento energetico e il termine di tutte le agevolazioni legate a esse.

La totale dismissione dovrebbe poi avvenire nel 2029, anno in cui dovrebbe esserci lo stop definitivo per la vendita di nuovi impianti. La direttiva Case Green potrebbe imporre anche il divieto delle caldaie a condensazione e se ciò divenisse realtà, sarebbe una vera e propria batosta per chi ha acquistato una caldaia di questo tipo negli ultimi anni. Molti cittadini, infatti, hanno puntato su quest’ultima per abbattere i consumi dato che con essa il risparmio può arrivare fino al 30%.

Quali sono allora le alternative: le caldaie a pompa di calore, a biomassa o elettriche?

Cosa scegliere?

Con lo stop delle caldaie a gas, ci si chiede quali siano le alternative per risparmiare. Le caldaie a pompa di calore ad aria, permettono di risparmiare dal 30 al 60% sull’utilizzo dell’energia primaria rispetto ai riscaldamenti tradizionali. La temperatura dell’aria esterna, però, non è costante per cui essa può influenzare il rendimento di questo prodotto soprattutto se scende di molti gradi in inverno nelle regioni di montagna.

C’è però uno svantaggio di questo sistema di riscaldamento che è il prezzo che va dai 2000 fino ad arrivare agli 8000 euro.

Una soluzione allo stop delle caldaie a gas, potrebbe essere l’utilizzo di quelle a biomassa perché il combustibile è economico, i costi di installazione sono contenuti e si riducono le emissioni di gas serra. Sicuramente il pellet e la legna sono dei combustibili meno costosi di altri ma necessitano di grandi vani di stoccaggio dei quali non sempre si dispone. In più bisogna tenere a mente che questo prodotto, per funzionare bene, ha bisogno di una manutenzione costante. Bisogna infatti caricare periodicamente il pellet, togliere la cenere, pulire il bruciatore, lo scambiatore nonché il vano che raccoglie la cenere. Il risparmio, però, in un anno si stima possa oscillare tra il 40 e il 65%.

Assicurano poi un notevole risparmio in bolletta anche le caldaie elettriche il cui punto forte è che necessitano di pochi interventi di manutenzione. Con esse si risparmia perché assicurano una dispersione di calore molto limitata, inoltre hanno emissioni inquinanti limitate. Ci sono però degli svantaggi: il costo dell’impianto che può superare anche i 3000 euro e lo spreco di elettricità. Si può però ovviare a questo problema con un impianto solare termico i cui costi, anche in questo cas sono elevati.

In conclusione sono le pompe a calore quelle che permettono un risparmio maggiore, il costo iniziale sarà sicuramente elevato ma poi si ammortizzerà nel corso del tempo. Ma come diceva George Bernard Shaw “I piccoli risparmi formano le grandi ricchezze: questo è valido sia per i denari che per le abitudini”.

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