Siete dei buoni risparmiatori? In effetti, l’Italia è famosa proprio per questa attitudine dei suoi cittadini: se risparmiare dunque non è un problema, bisogna sapere che essere in grado di effettuare qualche piccolo investimento può voler dire far crescere la propria liquidità e far fruttare i nostri sforzi.

In questo articolo parleremo di 5 nozioni fondamentali per poter iniziare a pensare a una strategia matura di risparmio e investimento.

Cos’è il tasso d’interesse e perché è decisivo per risparmiare e investire

La definizione più semplice di ‘tasso d’interesse’ è la seguente: si tratta del ‘costo del denaro’.

Cosa significa? Si tratta in parole semplici della cifra che stai pagando affinché la banca ti presti il denaro che ti occorre. Il tasso d’interesse di un prestito è di fatto il ‘prezzo’ di un prestito.

Ma non è tutto. Occorre conoscere anche i cosiddetti ‘interessi attivi’, vale a dire quanto ci entra in tasca quando depositiamo una cifra in banca. Molto spesso il ‘tasso d’interesse’ è molto basso, a tal punto che riesce appena a coprire i costi di gestione del conto corrente. È questo il motivo per cui potrebbe essere una buona idea far fruttare i nostri risparmi mediante qualche forma di investimento.

Cos’è l’interesse composto e perché risparmiare e investire è una questione di tempo

Possiamo dire che per quanto riguarda la finanza la categoria di tempo è fondamentale. Quando investiamo una cifra, il tasso d’interesse che viene calcolato alla conclusione del periodo concordato non è conteggiato soltanto sul capitale iniziale, ma sulla cifra complessiva di capitale iniziale con l’aggiunta degli importi che si accumulano mediante tasso d’interesse.

Può sembrare complesso e invece è un meccanismo semplice. Facciamo un esempio: se decidi di investire 5.000 euro con un tasso d’interesse del 2%, a conclusione di un periodo di un anno, avremo guadagnato 100 euro, per cui la somma salirà a 5.100 euro.

L’anno successivo gli interessi saranno cresciuti e saranno pari a 102 euro. E così via per tutto il periodo dell’investimento.

Cos’è l’inflazione e perché è il peggior nemico di chi decide di non investire

Fondamentale è anche la nozione di inflazione, con la quale dobbiamo intendere il meccanismo che regola il cambiamento dei prezzi delle cose che andiamo ad acquistare. Semplificando al massimo, con la medesima cifra di 2.000 euro, con il passare degli anni e l’accrescersi dell’inflazione, la quantità di beni che potrò comprare con quella somma diminuisce. Dunque, è come se il denaro risparmiato perdesse valore.

Se nascondiamo per dieci anni i nostri 2.000 euro sotto il materasso, quando li andremo a prendere varranno molto meno. Investire permette di evitare questa svalutazione, ma occorre farlo con prudenza: quando decidiamo di effettuare un investimento, bisogna capire bene quale sarà il rendimento al netto dell’inflazione.

Cos’è la diversificazione del rischio e perché è la migliore strategia per risparmiare e investire

Si tratta di una delle nozioni più importanti quando si decide di investire una somma. Facciamo un esempio molto semplice: abbiamo dieci uova da trasportare, se le mettiamo tutte nello stesso paniere, qualora accada qualcosa le abbiamo perse tutte; se invece decidiamo di distribuirle in diversi panieri, il rischio si riduce notevolmente.

Con gli investimenti si tratta del medesimo principio: invece di investire tutti i nostri risparmi in un solo prodotto finanziario, è meglio dividere la somma e destinarla a prodotti finanziari diversificati. Importante un ulteriore elemento, la complementarità degli investimenti: se, ad esempio, investiamo una parte della cifra in una compagnia petrolifera, potrebbe essere utile destinare un’altra parte dei nostri risparmi a una società che si occupa di energie rinnovabili. È possibile che scendendo le quotazioni dell’una, salgano quelle dell’altra.

Cos’è la relazione rischio-rendimento e perché è decisiva per investire i nostri risparmi

La regola è semplicissima: maggiore è il rendimento di un investimento, maggiore sarà anche il rischio che intendiamo correre.

Significa che ogni volta che decidiamo di investire, dobbiamo essere consapevoli anche dei rischi che il nostro capitale sta correndo.

Quando lasciamo la nostra liquidità sul conto corrente, il rischio è bassissimo ed è per questo che l’interesse è particolarmente contenuto, quasi nullo, e in più la banca dà la possibilità di ritirare la somma in qualunque momento.

Il rischio è una questione molto articolata e bisogna tenere conto di una serie di elementi. Una domanda che dobbiamo porci è la seguente: se tra una settimana ho bisogno del denaro per una spesa imprevista, quali sono le penali, vale a dire quanto perdo sul capitale investito? Bisogna poi tenere conto anche di ulteriori elementi: il ‘rischio di credito’ – il fatto che l’emittente potrebbe fallire e non possa più pagare il rendimento concordato o addirittura rimborsare il capitale investito; e il ‘rischio di mercato’ – il fatto che il valore del rendimento è connesso all’andamento generale del mercato.

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