L’Associazione Bancaria Italiana ha lanciato un allarme riguardante i prestiti bancari: la loro crescita si è azzerata dallo scorso aprile. La causa principale è l’aumento dei tassi voluto dalla Bce per contrastare l’inflazione che continua a non arretrare e non solo. Il problema è da additarsi anche al percorso ad ostacoli che si deve sostenere per chiedere un finanziamento a causa del quale si perde tempo prezioso. Proprio per questo le persone iniziano a rinunciarci preferendo altre modalità di prestiti come quelle proposte, ad esempio, da Amazon, Apple e Paypal.

Gli italiani, in realtà, non vorrebbero chiedere prestiti bancari ma lo fanno perché devono fare acquisti importanti o perché hanno delle emergenze inaspettate. I pochi soldi che si riescono a mettere da parte, infatti, non bastano più per le evenienze in quanto si stanno utilizzando per far fronte a tutta la marea di rincari. Ecco cosa sta succedendo secondo Backbase e quale potrebbe essere la soluzione.

Ci si scoraggia per le tempistiche

Chiedere prestiti bancari per molti sta diventando uno stress per colpa dei tempi lunghi. Alle volte, infatti, solo per la richiesta potrebbero volerci giorni a causa di inefficienze nell’identificazione e nella presentazione dei documenti necessari. Si aggiungono poi le tempistiche di attesa per l’istruttoria e la valutazione del rischio che possono durare anche qualche settimana ritardando l’erogazione fino anche a un mese.

Il digital lending semplifica però questa richiesta e aiuta la banca a prendere delle decisioni in tempi più rapidi. In questo modo si riescono a ridurre le tempistiche anche a 24 o 48 ore.

Proprio per questo si dovrebbe puntare a una digitalizzazione (ma reale) del settore che molte banche ancora non hanno effettuato.

Prestiti bancari, la crescita si azzera a causa dell’aumento dei tassi Bce: l’Abi lancia l’allarme

Dall’analisi effettuata da Backbase, il cui scopo è quello di aiutare le banche a costruire la banca che i clienti amano, emerge che la maggior parte degli sforzi che si fanno per erogare un prestito sono impiegati per attività non fondamentali.

Queste ultime, infatti, potrebbero essere gestite anche in modalità self.

Il problema, spiega Backbase, sta nel fatto che molte banche ancora non dispongono di strumenti necessari per svolgere il lavoro in modo efficiente. Ogni banca, quindi, dovrebbe affidarsi a un partner di fiducia che supporti il processo di digitalizzazione e che offra degli strumenti tecnologici adeguati per digitalizzare i processi di credito. In questo modo si eliminerebbe la componente di manualità.

Il segreto potrebbe essere quello di avvalersi di una piattaforma di Engagement Banking che si possa occupare di tutte le fasi: dalla prequalificazione fino ad arrivare alle rate di rimborso in modo tale da azzerare i tempi. Con l’ Engagement Banking, inoltre, si potrebbe anche delineare la strategia più adeguata all’esigenza specifica della singola banca e quindi del singolo cliente modificando i punti deboli.

Nel caso in cui ci fosse un tasso di abbandono molto alto per le richieste di prestiti bancari online, ad esempio, si dovrebbe valutare con attenzione il perché si è arrivati a ciò. Tale piattaforma cerca proprio di risolvere questo problema e in più incentiva la trasparenza dando alla banca la possibilità di guadagnare più fiducia.

Riassumendo…

1. L’Abi ha lanciato l’allarme: la crescita dei prestiti bancari si è azzerata
2. La causa non è da additarsi solo ai tassi più alti comunicati dalla Bce ma anche alle tempistiche sempre più lunghe
3. Backbase ha fornito un’analisi di quello che sta succedendo e una soluzione che potrebbe essere l’Engagement Banking (l’utilizzo della tecnologia).

[email protected]