Prosegue la disputa sui rendimenti dei buoni fruttiferi postali serie Q/P da riconoscere ai risparmiatori. Gli inadempimenti di Poste Italiane alle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario, però, crescono sempre di più e viaggiano verso quota mille. Ecco cosa sta accadendo.

Il contenzioso sui buoni fruttiferi postali serie Q/P

Gli inadempimenti di Poste Italiane alle pronunce dell’Arbitro Bancario Finanziario soprattutto in merito al contenzioso sui bfp serie Q/P sono sempre maggiori e destinati a crescere come comunica Ilsole24ore.

Sul sito ufficiale dell’Abf a questa pagina è possibile consultare tutti gli intemerediari inadempienti tra cui Poste divisi per anni.

Tornando al contenzioso, esso riguarda la determinazione dei vecchi buoni fruttiferi postali appartenenti alla serie P/Q emessa alla metà degli anni ottanta. Su questi titoli di durata di 20 anni erano applicati un timbro davanti con l’indicazione della nuova serie Q ed un timbro dietro con i nuovi tassi di interesse della serie Q. Il problema è che i tassi di interesse erano riportati soltanto fino ai primi 20 anni senza comunicare nulla degli ultimi 10 anni per i quali i tassi della serie P erano più elevati (15% annuo). I risparmiatori che hanno avuto tale problema si sono rivolti all’Abf che ha dato loro ragione applicando il principio di legittimo affidamento del risparmiatore nelle condizioni di rendimento riportate dietro al titolo.

Poste Italiane inadempiente sui buoni fruttiferi postali

Dallo scorso mese di marzo 2020, Poste Italiane è inadempiente alle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario. Ciò significa che non le rispetta. L’ azienda italiana che si occupa di servizi postali, bancari, finanziari e di telecomunicazione ha infatti comunicato quanto segue “c’è stata una virata giurisprudenziale che ci ha indotti a non ritenere ulteriormente possibile dare seguito alle decisioni dell’Abf in materia di rendimenti dei Buoni della serie Q\P“.

La Corte d’Appello di Milano, a differenza del passato, ha infatti accolto le tesi di Poste Italiane in merito ai buoni fruttiferi postali della serie Q/P in sempre maggiori casi.

Tra questi c’è la più recente sentenza del 6 agosto 2020 numero 2060 che ha riconosciuto Poste adempiente alla disposizioni normative (ovvero al corretto inserimento dei timbri sui titoli Q/P). Ha riconosciuto inoltre che il risparmiatore non poteva essere stato incolpevolmente indotto in errore nella valutazione dei rendimenti applicati ai titoli. Questo perché in presenza dei prescritti timbri “conosceva o poteva conoscere i relativi rendimenti in linea con il principio ribadito peraltro dalla Cassazione Sez. Unite n.3963/2019 di pubblicità dei rendimenti dei Buoni affidato dalla normativa alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale“.

La posizione dell’Abf sui buoni fruttiferi postali

In merito al contenzioso sui bfp serie Q/P si è espresso anche il Collegio di Coordinamento dell’Arbitro Bancario Finanziario (decisione numero 6.142 del 3 aprile 2020) che ha ribadito che va riconosciuto un rendimento più alto per gli anni dal ventunesimo al trentesimo al titolare dei buoni Q/P. Sono infatti numerose le sentenze delle Corti di Appello come quella di Brescia numero 438/2020 che hanno accolto la tesi pro risparmiatori. La speranza è quindi quella che una di queste sentenze venga giudicata dalle Sezioni Unite della Cassazione anche perché, come spiegato, di recente alcuni Tribunali stanno dando ragione a Poste.

Il pare delle Associazioni dei consumatori sui bfp

I tempi per la dichiarazione di inadempienza suono lunghi per cui l’avvocato Maria Costelli dell’Associazione a difesa dei Consumatori Konsumer ritiene che Poste Italiane quando viene convocata davanti all’Abf dovrebbe già dichiarare di non voler aderire per portare il caso davanti alla magistratura ordinaria. Succede invece che ciò non si fa per cui si perde tempo prezioso. Giuseppe d’Orta, consulente dell’Aduc, quindi, consiglia ai risparmiatori di non perdere del tempo prezioso e di ricorrere subito per vie legali.

Buoni fruttiferi postali: l’Authority

Per l’Authority i tanti inadempimenti provocano una delegittimazione dell’organismo delle controversie gestito da Banca d’Italia (l’Arbitro Bancario Finanziario). Fino al 2019 gli inadempimenti, infatti, non avevano mai superato l’1% mentre adesso il dato potrebbe cambiare. Per questo l’Avvocato Costelli ha chiesto a Banca d’Italia di aprire un procedimento di verifica e, qualora vi siano i presupposti, ha chiesto che vengano adottate sanzioni nei confronti di Poste.

Già a giugno 2019, comunque, Banca d’Italia aveva chiesto alla società di verificare l’idoneità dei protocolli adottati nella gestione dei contenzioni in merito ai buoni fruttiferi postali. Ma in merito alla segnalazione, il Cda di Poste aveva risposto di non ritenere necessario cambiare le misure adottate fino ad ora.

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