Addio alle caldaie a gas entro il 2029 e un nuovo modello di consumi al livello europeo, fatto di pannelli solari, pompe di calore e altre soluzioni. La riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e un’accelerazione nella transizione energetica, questa la sfida che attende l’Italia e l’Unione Europea nei prossimi anni. Secondo l’ad di Enel, Francesco Starace, intervistato da Paolo Mieli al Festival dell’Economia di Trento, il nostro paese potrebbe uscire dalla dipendenza energetica nel giro di quattro anni.

Questo solo se si riuscirà a non utilizzare energia elettrica prodotta da gas per il riscaldamento e la cucina.

Come dimezzare il fabbisogno di metano in quattro anni, l’importanza di pannelli e pompe di calore

Secondo Starace, occorre innanzitutto diversificare le fonti di approvvigionamento. Un maggior numero di paesi da cui importare via tubo e l’utilizzazione del gas liquefatto. Il primo costa sicuramente di meno, ma diversificare con il secondo, che costa di più, può permettere di ‘trattare’ sul prezzo in maniera più convincente. Fondamentale che l’Unione Europea si muova in maniera congiunta. Le economie del continente sono tutte estremamente interconnesse per cui una crisi in un paese si riverbera in tutti gli altri paesi.
Ma non solo. Diversificazione significa anche riduzione dei consumi di gas per usi domestici (riscaldamento e cucina). Starace mostra come con i pannelli fotovoltaici si possa risparmiare fino alla metà dei costi in bolletta e quando lo si scopre è davvero difficile tornare indietro. Il piano sarebbe dunque il seguente. Utilizzare il gas prevalentemente per usi industriali e incentivare, per i consumi domestici, l’utilizzazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore. In questo modo, nel giro di appena quattro anni, si potrebbe dimezzare i consumi di metano a livello nazionale.

L’Europa e l’Italia devono mostrarsi all’altezza: il tetto sul prezzo del gas e rigassificatori

Porre un limite alle speculazioni sui prezzi del gas nella borsa TTF di Amsterdam e lavorare per un tetto sul prezzo del gas, questa la seconda mossa da mettere in campo nell’immediato.

La crescita dei costi del metano, al momento, non hanno nulla a che vedere con le normali dinamiche tra domanda e offerta, e la guerra in Ucraina rappresenta un occasione per gli speculatori per ottenere maxiprofitti insperati. Il problema è che su questa questione l’Unione Europea non si sta muovendo in maniera congiunta e mostra una debolezza strutturale.
Un ulteriore elemento che viene sottolineato da Starace dell’Enel è la necessità di rigassificatori, sottolineando come l’azienda abbia già firmato contratti di acquisto di gas liquefatto con gli Stati Uniti, che ne diventerebbero uno dei primi fornitori. L’Italia dovrebbe investire nella costruzione di questi impianti, anche se particolarmente costosi (circa 800 milioni di euro) e soprattutto perché occorrono circa tre anni per costruirli. Si tratterebbe di investimenti importanti, ma la situazione non tornerà alla normalità in tempi brevi. È necessario più coraggio da parte dell’Europa e dell’Italia.
[email protected]