L’oro che è il bene di rifugio per eccellenza torna ai massimi. Il prezzo, infatti, è salito tantissimo da metà marzo dopo una fase in cui il suo range è stato tra 1900 e 1952,46 dollari. La guerra ha spinto infatti ad investire nella sicurezza acquistando lingotti. Negli ultimi giorni, poi, il valore è salito ulteriormente dello 0,5% a 1984,51 dollari l’oncia toccando il suo massimo dal 14 marzo. I futures (contratti a termine standardizzati per essere negoziati in modo veloce nella borsa valori) sono saliti dello 0,7% toccando i 1988,10 euro.

L’oro bene di rifugio torna ai massimi valori

Per Carlo Alberto De Casa, analista di Kinesis Money, come racconta Ilcorriere l’oro potrebbe risalire verso la soglia psicologica di 2000 dollari e andare oltre toccando i livelli dell’estate 2020 quando arrivò a 2070 dollari. L’inflazione è a livelli record e l’oro è l’asset che protegge dal potere d’acquisto. Per la Lagarde, presidente Bce, essa resterà alta nei prossimi mesi per cui il richiamo dell’oro potrebbe ancora crescere. Nella chiusura per Pasqua hanno guadagnato anche gli altri metalli preziosi. L’argento è aumentato dello 0,4% arrivando a 25,89 dollari ad oncia, il platino è salito dell’1,1% toccando i 1000,82 dollari ed il palladio dell’1,6% arrivando a 2406,93 dollari.
Luca Lodi, responsabile ufficio studi Fida, ha spiegato che l’oro ha una funzione di protezione in quanto in caso di grande incertezza come quella che stiamo vivendo può attutire le cadute sui mercati finanziari. Con l’inflazione in crescita nel medio termine, tale metallo prezioso offrirà una buona copertura. Ricordiamo che dal punto di vista storico, l’oro ha sempre dimostrato una bassa correlazione con obbligazioni e azioni. Il suo prezzo, infatti, dipende da determinati impulsi e offre delle buone performance quando le azioni calano. Proprio per questo esso rappresenta un vantaggio in termini di diversificazione.

Investire nell’oro, bene di rifugio per eccellenza

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha avuto un impatto sull’offerta dell’oro in quanto la Russia è il secondo produttore al mondo dopo la Cina.

Potrebbero però esserci anche ripercussioni su platino e palladio che sono importanti sia per la transizione energetica che per l’industria automobilistica.
Per De Casa, quindi, le alternative per chi desidera investire in metalli preziosi sono gli etc garantiti da oro fisico che si scambiano in borsa come un’azione o un titolo ordinario. L’altra alternativa sono i fondi di investimento che si rivolgono alle azioni del settore minerario aurifero.
Tra gli etc si menzionano The Royal Mint Physical Gold Etc Securites , Xtrackers Physical Gold Etc (Eur) e Wisdom Tree Physical Swiss Gold. Tra gli etf azionari specializzati sui metalli preziosi si menzionano invece VanEck Gold Miners UCITS Etf e L&G Gold Mining Ucits Etf.
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