banche straniereTra i mutui di banche straniere, secondo recenti rapporti di comparatori online di filiali appartenenti all’Aibe (Associazioni banche straniere in Italia), i più vantaggiosi sembrano essere quelli degli istituti tedeschi e francesi. E sempre più clienti italiani scelgono questa via: secondo l’ultimo rapporto dell’ Aibe circa il 30% dei prestiti sull’acquisto di casa concessi agli italiani proviene da banche straniere o di proprietà estera.

Mutui a tasso fisso e variabile delle banche straniere, i più convenienti

Prendendo come parametro di valutazione della convenienza il Taeg, corrispondente alla percentuale che esprime il costo effettivo per il cliente, il tasso variabile più competitivo risulta essere quello di Deutsche Bank con il 3,16%.

Ma quanto rileva il fatto che la banca sia tedesca? Senza dubbio il costo di approvvigionamento del denaro, più basso in Germania rispetto all’Italia, contribuisce a fare la differenza. In questa analisi possono in realtà confluire anche gruppi bancari italiani ma di proprietà estera, ad esempio  Cariparma e Bnl che sfruttano i vantaggi della proprietà francese pur essendo italianissime). Ai primi posti della classifica troviamo infatti anche Cariparma- Crédit Agricole e Bnl-Gruppo Bnp Paribas, rispettivamente al terzo e quarto posto. Limitando l’analisi ai mutui a tasso fisso invece la proposta di Deutsche Bank perde posizioni mentre Cariparma e Bnl mantengono la seconda e quarta posizione.  

Come richiedere un mutuo con una banca straniera

Per quanto riguarda l’accensione di mutui con banche straniere o italiane ma possedute da istituti stranieri non sono previste formalità aggiuntive rispetto a quelle standard. Tuttavia è bene consultare in via preventiva i requisiti richiesti in termini di affidabilità e garanzie: l’Aibe ha infatti sottolineato come la Sepa, ovvero l’area unica dei pagamenti, riguardi l’armonizzazione degli strumenti di pagamento elettronici (quindi carte, bonifici, addebiti diretti etc) ma non anche i prestiti, per i quali possono sussistere differenze, seppur lievi tra i 31 Paesi che hanno aderito all’area (i 27 Stati membri dell’Unione europea più l’Islanda, la Norvegia, il Liechtenstein, la Svizzera e il Principato di Monaco).