La tempesta che si è abbattuta sui mercati nel 2022 resterà o svanirà? Questa è la domanda che si stanno ponendo in molti. Per combattere l’inflazione nel 2023, investire in oro, petrolio, titoli di Stato o buoni fruttiferi postali?

Antonio Cavarero, responsabile investimenti di Generali Insurance, ha spiegato a Ilcorriere che il rialzo dei tassi, che è stato nocivo per i mercati quest’anno, ha creato le condizioni per la costruzione di portafogli migliori in chiave futura. Questo non significa che sarà tutto rose e fiori anche perché numerosi esperti credono che le borse resteranno volatili ancora per molto.

Ha aggiunto che il 2023 si dovrà interpretare più in chiave obbligazionaria che azionaria.

Le strategie vincenti

Per gli esperti sono diverse le strategie per investire nel 2023. Le Borse, nei primi mesi del prossimo anno, resteranno volatili, per cui si dovrebbe puntare di più su titoli di società poco indebitate e con buoni dividendi. Si dovrebbero poi controllare i bond di qualità investment grade che hanno dei ritorni interessanti tra il 3,6 e il 5,3% e delle prospettive di default basse.

Oro e petrolio, invece, anche nel 2022 hanno prodotto dei rendimenti positivi. Il 2023, secondo alcuni analisti, potrebbe invece essere l’anno super dell’oro per il quale si attendono nuovi massimi. In primo luogo perché una recessione seppur minima e guadagni più modesti, nel passato sono stati sempre favorevoli per tale metallo. Inoltre quest’ultimo potrebbe continuare a essere una buona copertura contro il rischio elevato dato che la situazione geopolitica continua a essere instabile. In più, si prevede una ripresa della crescita economica della Cina il prossimo anno per cui una conseguenza potrebbe essere l’aumento della domanda di oro da parte dei consumatori.

Materie prime e bfp

Per quanto concerne le materie prime, Michael Palatiello, ad di Wings Partners, ha spiegato a Ilsole24ore che chi ha investito in esse nei primi mesi del 2022 ci ha guadagnato.

Nel 2023 pensa che si potrebbe investire negli indici e uno dei più famosi è lo Standard&Poor’s Gsci che raggruppa tutte le materie prime principali pesandole per importanza.

Investire tramite indici, permette da una parte di smorzare il rischio e la volatilità dei singoli contratti e dall’altra di beneficiare di un movimento al rialzo delle materie prime, che è quello che si prospetta per il 2023.

Investire in tali prodotti, comunque, produce sempre rischi di mercato per le oscillazioni di quest’ultimo. Prima di cimentarsi in qualsiasi investimento, quindi, sarebbe preferibile chiedere consiglio a un esperto.

Non presentano rischi, invece, gli investimenti nei buoni fruttiferi postali che sono garantiti dallo Stato Italiano, collocati sul mercato da Poste Italiane ed emessi da Cassa Depositi e Prestiti. Con essi si investe il capitale e si riceve un interesse che sale nel tempo. Inoltre, è possibile chiedere la restituzione del capitale accantonato in ogni momento. Gli interessi, però, maturano solo dopo un determinato periodo che cambia a seconda del titolo che si sceglie di sottoscrivere. Prima di tale arco temporale si ha diritto, però, solo alla restituzione della cifra investita.

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