Investire nell’AI ovvero nell’intelligenza artificiale sta diventando una scelta sempre più diffusa da parte chi desidera puntare su un settore in crescita che sta modificando la vita di tutti.

Negli ultimi anni, infatti, essa sta cambiando le abitudini di molti comparti: dal settore automobilistico fino ad arrivare a quello della sanità. Ed è per questo che gli investitori si chiedono quale sia il modo migliore per investire.

Ultimamente si parla sempre più di Ai anche per il fenomeno di ChatGPT che può aiutare a generare testi per siti web, descrizione prodotti, titoli, riepiloghi ma anche post per social media.

OpenAi ha però sospeso l’accesso ad essa nel nostro paese, ma in modo provvisorio, dopo lo stop del Garante della Privacy. Entro il 30 aprile, comunque, la società avrà tempo per adempiere alle prescrizioni imposte per la protezione dei dati personali.

L’interesse nei confronti degli investimenti in AI, quindi, anche per questo è cresciuto a dismisura. Il problema è che l’intelligenza artificiale al momento ha ancora delle difficoltà in termine di applicabilità e poi tra i problemi ci sono i costi iniziali per l’installazione e la mancanza di norme specifiche.

Ad oggi, intanto, molte aziende che hanno l’intelligenza artificiale nel proprio nome stanno registrando dei rendimenti molto alti e per questo la voglia di acquistare un titolo è sempre maggiore. In tale scenario Investing.com ha individuato tre titoli da tenere d’occhio oltre a quelli già noti a tutti che sono Google e Microsoft.

Investire in AI è una buona scelta?

ChatGPT ha sancito ufficialmente l’inizio della rivoluzione tecnologica che avrà grossi effetti sulla vita di tutti. Si tratta di un modello di chatbot, che si basa su AI e apprendimento automatico, sviluppato dalla società OpenAI specializzata in questo campo. La particolarità di ChatGPT è che si tratta di un software capace di esprimersi come un essere umano.

L’ultima novità nel settore è il rilascio di GPT-4 che è addirittura in grado di ricreare i comportamenti degli utenti reali apprendendoli mediante deep learning (approfondimento profondo).

È innegabile, quindi, che il tema dell’intelligenza artificiale avrà sempre più importanza nei prossimi anni e Google e Microsoft sono i primi, tra i grandi competitor del tech, che stano cercando fin da ora di accaparrarsi una grande fetta di mercato. Investing.com che è una della piattaforme più note sui mercati finanziari, ha individuato quindi altri tre titoli, poco monitorati, da tenere d’occhio.

Purtroppo investire in AI ha anche i suoi rischi. Il fatto che l’intelligenza artificiale possa scrivere come un essere umano potrebbe infatti “impoverire” l’umanità. Il rischio è quello di vedere sui social ma anche sul web testi che sembrano reali e che invece non lo sono. Anche nelle scuole c’è il pericolo che le tesine vengano fatte con questa formula senza che vi sia più la possibilità di distinguere il vero dal falso. E inoltre, quanti posti di lavoro potrebbero scomparire, anche in ambito giornalistico, se ne arrivasse una ancora più potente?

Nella corsia del tempo non si può sorpassare né fare inversioni a U” diceva Edoardo Boncinelli. Oramai l’AI è un processo avviato. Che poi migliori o peggiori la vita delle persone, questo ancora lo sappiamo. Lo scopriremo solo vivendo.

I tre titoli

Per chi volesse investire in AI, ci sono tre titoli da monitorare secondo Investing.com. Essi sono UiPath, Micron Technology e Ibm. UiPath è una società rumena che ha sede a New York. Essa fornisce una piattaforma di automazione end-to-end con tante soluzioni di automazione robotica dei processi. Grazie all’AI i robot possono svolgere tante mansioni come quella di instradare le e-mail, valutare immobili o prevedere alle insolvenze nelle scorte/prestiti.

Micron Technology, invece, è un fornitore statunitense di soluzioni di archiviazione/memoria. Per i sistemi di AI, secondo gli analisti, la domanda di memoria digitale aumenterà sempre più per cui tale azienda avrà buone chance di beneficiare di tale trend.

Non ha bisogno invece di presentazioni Ibm che è la società più antica nel settore IT. Essa è nota anche come Big Blue e da più di trent’anni sta investendo nella AI, soprattutto nell’ambito sanitario.

Insomma l’intelligenza artificiale rappresenterà una svolta dal punto di vista tecnologico, questo è certo. Gli investitori, quindi, come suggerisce Francesco Casarella di Investing, dovranno stare attenti a capire se essa sarà davvero importante per alcune aziende (e per quali) o si rivelerà, invece, una bolla di sapone.

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