Italia, Francia, Spagna, Grecia e Romania che costituiscono il 45% della popolazione europea cercano di trovare una soluzione comune per frenare l’impennata dei prezzi ed il conseguente caro bollette. Nella giornata di ieri al Consiglio Energia hanno infatti presentato un “non paper” per modificare l’articolo 5 della Direttiva elettricità. Lo scopo, come comunica anche l’Agi, è quello di far sì che gli Stati Membri possano applicare meccanismi di regolamentazione. In modo tale che i consumatori paghino per la luce un prezzo che “rifletta i costi del mix di generazione utilizzato per servire i loro consumi“.

Significa che è necessario che si abbia un rapporto più diretto tra i costi di produzione e quelli pagati dal consumatore come spiega la Pompili, ministra francese per la transizione.

Impennata prezzi energia e caro-bollette: le richieste dell’Italia alla Ue

Il nostro paese insieme a quelli su indicati chiede una modifica dell’articolo 5 oppure una modifica dell’articolo 9. In quest’ultimo caso la proposta è quella di non utilizzare il prezzo del gas come elemento per definire anche quello della luce. Per i 4 Stati su indicati più il nostro si potrebbe adottare ad esempio un metodo che adotti nel definire i prezzi, il costo medio delle fonti (tutte) che compongono l’elettricità. Inoltre si preferirebbe l’approvvigionamento e lo stoccaggio comune del gas a livello europeo.

Non sono invece d’accordo la Germania, l’Estonia, l’Austria, la Danimarca, l’Irlanda, la Lituania e i Paesi Bassi. In più la Lettonia e la Finlandia che rappresentano il 29% della popolazione europea. Anche tali Stati propongono un documento nel quale si chiede che l’Unione Europea non intervenga sui mercati dell’elettricità. Il motivo è che potrebbe essere compromesso l’approvvigionamento nonché lo sviluppo delle rinnovabili.

Cosa risponde l’Europa

In merito alle richieste formulate a seguito dell’impennata prezzi energia e caro-bollette, Kadri Simon (commissaria Ue energia) risponde che tutti e due i documenti verranno presi in considerazione.

Ha poi comunicato che il modello di prezzo adottato adesso è quello in cui vengono acquistate per prime le fonti di energia che costano di meno. Ed è sicuramente la soluzione migliore sia per i cittadini che per le imprese. Sottolinea poi che trovare modi di tariffazione alternativi potrebbe portare dei rischi. Questa prima analisi è quella dell’Agenzia per la Cooperazione dei Regolatori dell’Energia (Acer).

La seconda è quella dell’Autorità Europa degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma). Essa comunica che l’instabilità dei costi nel mercato del carbonio dell’Unione Europea è simile a quella dei mercati di carbone/petrolio e più bassa di quella dei mercati del gas.

Per la Simson a partire dal 14 dicembre la situazione potrebbe migliorare un pochino perché sarà adottato il pacchetto per il mercato del gas/idrogeno. Esso includerà anche una modifica del regolamento sulla sicurezza dei rifornimenti del gas che avrà per il momento ancora un ruolo chiave nella transizione. L’Unione Europea, quindi, dovrebbe aumentare per risolvere in parte la questione non soltanto l’adattabilità della rete ma anche lo stoccaggio, la gestione della domanda, le reti intelligenti e gli interconnettori.
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