Nel 2017 la Banca d’Italia ha condotto un’indagine per capire se la conoscenza degli italiani sulla finanza personale, sul risparmio e sugli investimenti sia sufficiente. La risposta è no rispetto alla media degli altri paesi OCSE. Durante il mese dell’educazione finanziaria esperti della Cassa Depositi e Prestiti e della Società Civile, poi, hanno incontrato tanti studenti illustrando loro i termini e le definizioni chiave del risparmio. Ecco le info.

I primi 5 termini chiave del risparmio che tutti dovrebbero conoscere

Il primo termine chiave del risparmio è ovviamente “risparmio” ovvero la rinuncia ad una parte del proprio reddito per accantonarla per progetti futuri.

Per risparmio postale si intende, invece, la raccolta di fondi garantiti dallo Stato Italiano e con obbligo di rimborso. Questi ultimi vengono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti mediante buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio.

La seconda parola chiave è “buoni fruttiferi postali” emessi dalla CDP e distribuiti da Poste. Sono disponibili in forma cartacea e dematerializzata, non hanno costi e godono di una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi.

C’è poi il termine “libretto di risparmio postale” che è sempre emesso dalla CDP e distribuito da Poste Italiane. Esso è garantito dallo Stato e non ha alcun costo di chiusura, apertura e gestione ad eccezione degli oneri di natura fiscale.

Il quarto termine chiave è “conto corrente” che può essere sia postale che bancario e permette di gestire il proprio denaro. Con esso si possono effettuare operazioni attraverso gli assegni, i bonifici, le carte di credito anche mediante la rete evitando di utilizzare denaro contante.

E infine il quinto termine chiave è “criptovaluta” che è uno strumento virtuale mediante il quale è possibile fare acquisti, scambiare denaro, effettuare vendite avvalendosi della crittografia.

Gli ultimi 5 termini chiave del risparmio

Il sesto termine chiave del risparmio è “patrimonio” ovvero la ricchezza che si ha (sia essa costituita da beni mobili o immobili).

È espresso solitamente in termine monetari.

C’è poi il “rendimento” che nella finanza e nell’economia equivale al reddito ovvero all’utile che viene espresso in percentuale di un titolo o di un investimento.

Troviamo poi il termine “aliquota” che sta ad indicare la percentuale del reddito fissata dalla legge in base alla quale si calcola il debito individuale di imposta. Esistono tre tipologie di aliquota: la regressiva (se l’aliquota diminuisce), proporzionale (se resta costante) e progressiva se cresce.

Il nono termine chiave del risparmio è il “BOT” ovvero buono ordinario del tesoro che viene emesso dallo Stato Italiano per finanziare il debito pubblico. Per esso non viene chiesto alcun pagamento degli interessi se non alla scadenza. È la Banca d’Italia che colloca i Bot mediante un’asta alla quale possono partecipare soltanto gli intermediari finanziari.

Infine ci sono i “BTP” ovvero i buoni del tesoro pluriennali. Sono titoli emessi dallo Stato Italiano che hanno una scadenza a medio-lungo termine che va dai tre ai trent’anni. Anch’essi come i Bot vengono immessi sul mercato mediante un’asta detta “marginale” che non è competitiva e gestita dalla Banca d’Italia. Ad essa partecipano gli operatori finanziari autorizzati.

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